di ANTONELLA CATRAMBONE
Ancora una volta si fermano i lavori di riammodernamento dell’armamento e della infrastruttura ferroviaria dei centri di Gioia Tauro e Palmi. Lo comunica una nota stampa dell’Associazione Ferrovie in Calabria che si interroga sui motivi di tale sospensione. La storia inizia il 27 novembre del 2013 quando la Giunta della Regionale Calabria deliberava uno stanziamento di circa 16 milioni di euro provenienti da un mutuo erogato dalla Cassa Depositi e Prestiti con lo scopo di aiutare l’azienda ad eseguire interventi di urgente manutenzione sulle linee ferroviarie tra cui la linea Gioia Tauro – Palmi per una spesa di circa 4 milioni di euro. Gli interventi prevedevano la sistemazione delle due stazioni nonchè il ripristino del sedime ferroviario dove c’è il contenimento di una frana che ha danneggiato la linea di trasporto. I lavori erano partiti regolarmente, ma, a dicembre scorso subivano un primo stop. Successivamente ripresi son stati nuovamente bloccati in questi giorni.
L’Associazione Ferrovia in Calabria, vuole capire come mai questi lavori siano stati fermati e da chi. Se la nuova Giunta regionale è stata appena nominata come ha potuto approvare il blocco dei lavori?
L’importanza del ripristino di tale tratto di ferrovia viene illustrata dal presidente dell’Associazione, Roberto Galati, 23 anni, studente di Ingegneria civile all’Università Mediterranea di Reggio Calabria con la passione per il trasporto ferroviario. “La Gioia Tauro – Palmi, pur costituendo un tratto brevissimo di circa 9 km, serve da trampolino di lancio per poter riaprire tutto il sistema ferroviario della Piana di Gioia Tauro e se non si ripartirà con i lavori non si potrà dar seguito ad un progetto importante per risolvere i problemi di viabilità”.
Tale progetto prevede dei punti di interscambio tra treno e autobus presso le stazioni ferroviarie con il fine di eliminare i mezzi su gomma che verranno, perciò, sostituiti dai treni. “Si tratta di un progetto innovativo che non si può bloccare, specie per motivi che, ad oggi, non è dato sapere”.
Questa condizione di disagio si aggiunge ad una situazione già molto precaria del trasporto ferroviario in Calabria. L’ultimo piano regionale dei trasporti risale al 1997, questo significa che la Regione è carente di un piano dei trasporti adeguato che studi le reali necessità dell’utenza e razionalizzi le sovrapposizioni tra ferro e gomma o provveda ad integrare i vari vettori.
Il trasporto ferroviario calabrese è in condizioni devastanti. Sul lato jonico i treni hanno subito soppressioni importanti a causa delle riduzioni di finanziamento, al servizio ferroviario, da parte della Regione che continua a mantenere un servizio autobus operante parallelamente ai treni. Questo sistema va a creare delle sovrapposizioni tra i due vettori e, contestualmente, non va a servire le aree carenti di ferrovia e che rimangono quasi completamente isolate, cioè le zone dell’entroterra. “L’unica soluzione da adottare, così come si fa in altre Regioni, sarebbe il cosiddetto sistema a spina di pesce il quale prevede che l’autobus colleghi le zone non servite dalla ferrovia alle stazioni ferroviarie e da qui dare opportunità all’utenza di spostarsi con l’uso sei treni. Non si capisce come mai dei concetti così semplici dopo 20 anni non si riescano ancora ad applicare”. E’ chiaro che se si punta a finanziare treni ed autobus contemporaneamente non è possibile ottenere la stessa efficienza che si potrebbe avere se si puntasse su un solo servizio. “Il treno, del resto, ha dei vantaggi che si riflettono sia su tempi di percorrenza minori sia sulla maggiore capienza. Dodici autobus, infatti, corrispondono ad un treno di 5 – 6 carrozze ed è più normale investire su un treno anzichè su tanti autobus pronti ad intasare le strade. Il paradosso sta nel fatto che dove ci dovrebbe essere un solo mezzo di trasporto ce ne sono due mentre ci sono zone carenti anche di un solo mezzo”.
Dal 2010 ad oggi, in Calabria, vi è stata una soppressione del 30% dei treni registratasi, soprattutto, sulla linea jonica piuttosto che sulla tirrenica. L’esempio più calzante è quello relativo alla linea Catanzaro – Lamezia Terme che dovrebbe essere una delle tratte più importanti di collegamento tra lo jonio ed il tirreno. “Questa, a partire dal 2011, a seguito della caduta di un ponte, ha subito un crollo di servizio spaventoso, improponibile per un capoluogo di regione soprattutto in virtù del fatto che la ferrovia jonica non è percorsa più da treni a lunga percorrenza. Eppure dovrebbe essere collegata in modo capillare con Lamezia in quanto sede di aeroporto internazionale e di stazione da dove poter interscambiare con i treni di lunga percorrenza. La costante riduzione dei servizi ferroviari sulla linea jonica sta portando anche ad un graduale taglio delle varie stazioni ferroviarie e alla trasformazione di queste in fermate con la limitazione di poter incrementare in futuro il servizio ferroviario. Tale trasformazione comporta l’eliminazione di tutti i binari di incrocio e la funzionalità di un solo binario, con la conseguenza di un allungamento dei tempi di percorrenza”. Roberto Galati conclude con una importante proposta alle Istituzioni preposte con particolare riferimento al neo Assessore della Giunta regionale De Gaetano “è doveroso iniziare a lavorare subito su un piano dei trasporti solido e funzionale e sarebbe opportuna l’istituzione del biglietto unico regionale per poter viaggiare, come avviene nelle altre regioni, sia sui treni che sugli autobus con un biglietto kilometrico che permetta di muoversi tranquillamente sui vari mezzi utilizzati. Non è normale che ci siano biglietti differenti anche all’interno di una stessa città”. Questa è una iniziativa che serve a facilitare anche il turismo proprio perché si basa sulla semplificazione e ha lo scopo di andare incontro all’utenza. Se il turista viene accolto da un sistema dei trasporti di difficile comprensione ha difficoltà a tornarci.