Politica interna
Lotta al terrorismo – Arriva oggi in Consiglio dei ministri il pacchetto di nuove misure antiterrorismo messe a punto dai tecnici del Ministero dell’Interno e da Palazzo Chigi. All’interno, quattro nuovi strumenti di repressione e prevenzione tarati sulla nuova minaccia jihadista. Sarà perseguibile sia chi fa proselitismo a favore della “guerra santa” sia chi va a combattere: al ritorno rischia fino a 10 anni di carcere; i questori potranno chiedere di sottoporre a “misure speciali di prevenzione” i sospetti di attività jihadiste: tra queste, anche il ritiro del passaporto; i siti di propaganda estremista potranno essere oscurati, arginando così il fenomeno dell’auto-indottrinamento; verrà istituito un nuovo registro di armi, esplosivi e loro precursori. Il varo della Procura nazionale antiterrorismo sarà invece affidato a un altro provvedimento che verrà discusso non prima di una settimana.
Italicum e Colle – Resa dei conti nel Pd sulla legge elettorale, mentre sullo sfondo si staglia anche il voto per il Quirinale. La minoranza dem ha detto che non voterà l’Italicum, così Matteo Renzi tenta di evitare strappi concedendo 24 ore ai dissidenti per rimettersi in linea col Nazareno sulla questione dei capilista bloccati. L’arma segreta del premier è un emendamento, detto “super canguro”, in grado di precludere i 50 mila emendamenti che pesano sull’Italicum, neutralizzando così la minoranza dem. Intanto annuncia che stamattina incontrerà Silvio Berlusconi per tentare di sistemare anche il rebus del premio di maggioranza e, presumibilmente, per parlare del successore di Napolitano. L’ex Cavaliere ieri ha incontrato Alfano per trovare l’intesa su un candidato moderato comune. Le votazioni sull’Italicum iniziano oggi pomeriggio in Senato, e saranno la prova generale a dieci giorni dal voto per il Colle.
Politica estera
Argentina – Il procuratore Alberto Nisman è stato trovato morto nel bagno del suo appartamento di Buenos Aires. Ieri Nisman avrebbe dovuto presentare, davanti al Parlamento, gli elementi in base a cui la scorsa settimana ha accusato il presidente Cristina Fernandez de Kirchner e il ministro degli Esteri, Hector Timerman, di aver tenuto segreto un accordo con Teheran per occultare le prove della strage al Centro ebraico Amia di Buenos Aires avvenuto nel 1994 e costato la vita a 85 persone. Le tracce seguite dal procuratore portavano a Teheran come “mandante intellettuale” e agli Hezbollah libanesi, “braccio esecutivo” della strage. Gli inquirenti argentini non hanno ancora dichiarato se la morte sia dovuta a suicidio o altro.
Yemen – Sfiorato il colpo di Stato ieri quando i miliziani sciiti Houthi, protagonisti della rivolta araba del 2011 contro l’ex presidente Saleh, si sono scontrati per ore con la guardia presidenziale attorno ai palazzi governativi della capitale. Le proteste degli Houthi, che hanno ampio consenso popolare, si concentrano su una serie di misure prese dal governo tra cui il rialzo dei prezzi di beni di largo consumo e l’annullamento di alcune sovvenzioni.
Economia e Finanza
Riforma banche – Sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri il pacchetto di misure su Popolari e Bcc contenuto all’interno dell’Investment compact. La riforma sul credito prevede incentivi ad aggregazioni e quotazione in Borsa e provvedimenti sulla portabilità dei conti correnti. Attesa per l’abolizione del voto capitario (ogni socio ha un voto, indipendentemente dal numero delle azioni possedute), principio cardine della governance delle Popolari senza il quale, di fatto, diventerebbero società per azioni. L’intervento ha fatto esplodere l’euforia di Piazza Affari, trascinata da un rialzo medio dei titoli di settore vicino al 10%: il Ftse Mib ha chiuso la terza seduta consecutiva in guadagno portando a casa un +1,17%.
Quantitative easing – Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha cercato ieri di minimizzare i dissensi con la Banca centrale europea, in vista del probabile lancio, alla riunione di giovedì prossimo, dell’acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona. Una misura, quella del Qe decisamente impopolare in Germania, nonostante la mossa di Draghi di far ricadere almeno una parte del rischio degli acquisti sulle banche centrali nazionali, fatta proprio per andare incontro alle rimostranze tedesche. Sulle misure di Qe pesa anche la questione Atene: escluderla significherebbe rafforzare il partito anti-euro Syriza ma sull’inclusione c’è il veto tedesco e non solo. Non è escluso che la Bce possa annunciare l’approvazione del Quantitative easing giovedì, lasciando maggiori dettagli alla riunione successiva quando, tra l’altro, non potrà più influenzare le elezioni greche.