Politica interna
Napolitano – Il capo dello Stato ieri ha confermato l’”imminente conclusione del mandato presidenziale”. Significa, cioè, “nel gennaio 2015, tra il 10 e il 20”. Renzi garantisce che l’operazione di ricambio al Quirinale filerà via liscia: “La successione di Napolitano arriverà, quando sarà il momento, senza alcun problema. Abbiamo imparato la lezione del 2013, e sono certo che il parlamento riuscirà a fare quello che deve nei tempi stabiliti”. Davanti al corpo diplomatico riunito per la cerimonia degli auguri natalizi, Napolitano parla dei tanti problemi e debolezze del nostro Paese. Ribadisce il pieno appoggio al governo Renzi e all’”ampio e coraggioso sforzo” per correggere “mali antichi italiani”. Il presidente della Repubblica definisce la missione del premier “un’opera difficile, non priva di incognite”. E chiude con una domanda, in chiave retorica: “Ma vi potevano essere delle alternative per chi, come noi, crede nelle potenzialità di questo Paese?”.
Riforme – L’accordo tra Berlusconi e Renzi, raggiunto attraverso gli ambasciatori Verdini e Lotti, secondo cui l’Italicum dovrebbe entrare in vigore a settembre 2016, ha messo il turbo alle riforme: quella della Costituzione arriverà nell’aula di Montecitorio l’8 gennaio, mentre la nuova legge elettorale potrebbe approdare già oggi all’emiciclo del Senato. I capigruppo della maggioranza potrebbero chiedere che l’Italicum (senza mandato al relatore e carico di 17mila emendamenti) venga catapultato in serata dalla commissione Affari costituzionali all’Aula. L’accordo, comunque, è quello di rinviare il seguito dell’esame al 7 gennaio, giorno in cui inizieranno le vere danze sul nuovo sistema di voto. Ottimista il ministro Boschi: sui tempi della legge elettorale “c’è sempre intesa con Forza Italia”.
Politica estera
Usa-Cuba – La storia del disgelo che ha riavvicinato gli acerrimi nemici della guerra fredda passa attraverso diverse tappe. Una frase “galeotta” dell’allora candidato Barack Obama nel 2008 (“Se divento presidente, vorrei ristabilire i rapporti con Cuba”); diciotto mesi di trattative ultrasegrete Usa-Cuba in sedi clandestine; l’aiuto di diplomazie straniere e di papa Francesco; infine, il contro-shock petrolifero che ha stremato il Venezuela e prosciugato gli aiuti economici all’Avana. Ora, la storia avrà altri sviluppi. A breve, verrà nominato un ambasciatore Usa di origine italiana per rappresentare gli interessi dell’America a Cuba. E presto, Raul castro potrebbe fare una visita di Stato a Washington.
Russia – La crisi che morde la Russia? Tutta colpa dell’Occidente che “si considera un impero e che ci vorrebbe ridurre a suoi vassalli. Ma non ce la faranno, non riusciranno a mettere le catene all’Orso Russo”. Forte di un consenso popolare che si mantiene altissimo, Vladimir Putin, nel tradizionale discorso di fine anno, cerca di rassicurare i russi, spaventati dal crollo del rublo, dall’aumento dei prezzi, dall’impennata della disoccupazione. Le difficoltà di questo momento faranno benissimo al Paese che si ristrutturerà e, “al massimo entro due anni”, farà registrare un nuovo grande balzo in avanti. Intanto, alla cena del Consiglio europeo che chiude il semestre di presidenza italiana, i leader Ue si interrogano su come fare per imboccare una strada che metta fine alla guerra fredda e riporti Putin e la Russia nel concerto internazionale. In giornata erano state varate una serie di nuove mini-sanzioni contro la Crimea occupata dai russi, ma l’Europa è spaccata: Italia e Francia vogliono la de-escalation mentre i Paesi baltici invocano un pugno più forte sulla scia della linea Obama.
Economia e Finanza
Piano Juncker – Il Consiglio dei 28 capi di Stato e di governo dell’Ue ha fissato entro giugno 2015 il via libera al Fondo strategico di investimenti per il rilancio della crescita e dell’occupazione, proposto dal presidente della Commissione europea. Con un capitale di partenza di 21 miliardi (8+8 di garanzie Ue più 5 di prestiti della banca comunitaria Bei), il fondo dovrebbe coinvolgere i privati arrivando a mobilitare 315 miliardi da spendere in progetti capaci di rilanciare l’economia europea. “Un primo passo sulla strada della flessibilità”, assicura il premier Renzi. E in serata è arrivato anche l’ok di Mario Draghi: la Bce “accoglie con favore il piano Juncker”. Secondo il presidente della banca centrale esso può “contribuire ad aumentare la fiducia nella zona euro” e può essere “molto efficace” a tre condizioni: attuazione rapida, investimenti con elevato ritorno e opportunità per spingere le riforme strutturali.
Legge di Stabilità – Corsa finale per il via libera alla legge. La commissione Bilancio del Senato, l’altra notte, non è riuscita a chiudere il suo lavoro, con il congelamento di tuttel le modifiche approvate, e ha inviato all’Aula un testo “aperto”, senza mandato al relatore. Il governo ha allestito un maxi-emendamento che sarà presentato stamane e il voto di fiducia dovrebbe avvenire entro questa sera, consegnando il testo alla Camera domani per il via libera definitivo tra domenica e lunedì. Una cinquantina di articoli dove spicca il rinnovo, per il 2015, del bonus da 80 euro per chi guadagna meno di 1500 euro al mese e l’eliminazione del costo del lavoro dall’imponibile Irap. In tutto, un movimento finanziario di 32,4 miliardi, composto da maggiori entrate per 10,4 miliardi, minori spese per 16 e ricorso al deficit per 5,9 miliardi.