Strage di Capaci. Gli uomini di Cosa Nostra lavorarono giorni e giorni per l’attentato a Falcone, fecero le prove perché riuscisse e purtroppo riuscì. Gioacchino La Barbera, oggi davanti alla Corte di Assise di Caltanissetta nel processo bis alla strage di Capaci, ha raccontato che il boss Leoluca Bagarella aveva conosciuto in carcere alcuni estremisti coinvolti in cose che la mafia non aveva mai fatto prima e che erano in grado di trattare con lo Stato e aggiunge “sono sicuro che Bagarella non sappia neppure cosa siano gli Uffizi di Firenze”. La Barbera ha poi detto che pochi giorni prima della strage, mentre gli uomini di mafia erano impegnati a sistemare e caricare i bidoni di esplosivo, una pattuglia dei Carabinieri, transitò a duecento metri da loro. Pronti a sparare videro scendere due ragazzi che fecero un bisogno e se ne andarono”.
La Barbera ha ricostruito le fasi della preparazione dell’attentato “facemmo molte prove e furono utilizzati due tipi di esplosivo, uno più granuloso, l’altro più farinoso e compatto”. Su mandato di Totò Riina c’era Giovanni Brusca. La Barbera ha raccontato che solo quando vide l’esplosivo si rese conto che doveva servire per un gran botto e che non sapeva a chi e a cosa fosse destinato, lo seppe soltanto il giorno del caricamento dell’esplosivo nel cunicolo sotto l’autostrada.
“L’importante non era uccidere il giudice Giovanni Falcone ma lanciare un segnale forte allo Stato. Se il nostro unico obiettivo fosse stato solo quello di eliminare il magistrato, saremmo entrati in azione a Roma. L’attentato avvenne in Sicilia perché comandava Riina che voleva cose eclatanti e chi non era d’accordo con lui, andavano eliminati come è stato nel caso di Santapaola”. La Barbera ha detto che “Falcone si sarebbe potuto salvare se nell’auto bianca che lo trasportava si fosse seduto dietro ma quella bomba era per Falcone: e noi tutti avevamo messo in conto il rischio che il giudice non morisse”. In quella strage si salvò solo Giuseppe Costanza, l’autista di Falcone. Unico superstite di una strage dolorosa e terribile che sconvolse il nostro Paese.