Non regge nemmeno la pace apparente. Quel “tutti uniti intorno a Berlusconi” che doveva riuscire a camuffare la guerra intestina del Pdl dura un battito di ciglia. E così lo scontro tra falchi e lealisti da una parte e filo governativi dall’altra torna a essere apertissimo. E su piú fronti: legge di stabilità solidità dell’esecutivo e decadenza. Con i primi che alzano il tiro e i secondi che rispondono con un documento, firmato da 24 senatori, in cui si chiede di smetterla con le “critiche distruttive all’operato del governo”. In pratica, un modo di far ripartire la ‘conta’ e dimostrare che i numeri per una eventuale scissione ci sarebbero esattamente come – se non di piú – c’erano il 2 ottobre.
Una lotta interna che da tempo il Cavaliere cerca di smorzare chiedendo al partito di rimanere compatto in questo momento in cui é nel vortice processi-decadenza-interdizione. L’ex premier ha trascorso la giornata ad Arcore, come spesso fa il lunedÌ, con figli, vertici delle aziende e avvocati. Domani non dovrebbe fare rientro nella Capitale sempre che la situazione interna al partito non lo richieda.
Quel che riferisce chi ha avuto modo di parlargli nelle ultime ore, comunque, é che Berlusconi resta sempre molto diffidente verso tutti e soprattutto molto concentrato sulle sue faccende giudiziarie. La richiesta ai suoi é stata quella di tenere alta la tensione non solo su questo fronte ma anche su quello della legge di stabilità. L’ex premier, anche dopo l’inversione a U a cui é stato costretto a palazzo Madama sul voto di fiducia, in questo momento non sarebbe intenzionato ad assumersi la responsabilità di far saltare il banco. E tuttavia guarderebbe con molta attenzione alle crepe interne agli altri partiti della maggioranza che inevitabilmente stanno indebolendo l’esecutivo.
In questo quadro, i falchi si sentono ampiamente legittimati ad alzare il tiro. Come fa Sandro Bondi che va in pressing sul governo – e in particolare sui ministri del Pdl – e chiede di affrontare con un provvedimento del Consiglio dei ministri la questione della retroattività della Severino. In realtà è noto che il premier Enrico Letta ha già rispedito al mittente tale richiesta. Ma in questo modo – ragionano i lealisti – emerge netta la contraddizione di chi dice che Berlusconi si difende meglio stando nell’esecutivo.
Ma il casus belli di giornata è una intervista del ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, in cui spiega agli “altri” (cosÌ si chiamano tra loro gli esponenti delle opposte fazioni) che quella di minacciare una crisi è un’arma spuntata giacché© in Senato si ripeterebbe lo scenario di inizio ottobre. Frasi che gli fanno beccare critiche varie più un bel “traditore” dalla senatrice Cinzia Bonfrisco. La reazione dei filo governativi? Il documento dei 24. Ma anche i falchi non se ne stanno zitti: Sandro Bondi chiede ad Alfano e Schifani di stigmatizzare quel testo.
A pesare nella lotta fratricida pidiellina e nel rapporto con il governo è anche la questione del nuovo organigramma da dare al partito. Falchi e lealisti continuano a dire che presto, forse già mercoledì¬, Silvio Berlusconi riunirà l’Ufficio di presidenza che segnerà il primo passo verso il ritorno a Forza Italia con annesso azzeramento degli incarichi. Al momento, tuttavia, non esiste alcuna convocazione ufficiale.