Per un ministro che si sfila un altro big del partito a Napoli che scende in campo. Il tutto è successo ieri fra i corridoi dell’hotel Hermitage a San Marco di Castellabbate, dove è in programma un convegno di due giorni su Rifare l’Italia. Andrea Cozzolino fa filtrare quello che ormai è sulla bocca di tutti nel partito: la sua disponibilità a correre per le primarie (sempre nel caso che il partito s. soprattutto, Renzi, decidesse di indirle). Frena, invece, nettamente, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ex responsabile del dicastero dell’Ambiente e autore del provvedimento sulla Terra dei Fuochi: “Faccio un altro mestiere”, spiega ai giornalisti, “mi pare difficile che possa verificarsi questa ipotesi”.
Certo, non è una smentita netta. Se dovesse chiederlo Renzi, difficilmente Orlando potrebbe tirarsi indietro: è uno dei fedelissimi del premier e se la sua candidatura dovesse servire a sbrogliare una matassa difficile, con l’incognita delle primarie (dove tra l’altro, sarebbe in corsa anche lo sceriffo, il sindaco di Salerno De Luca), allora tutto potrebbe cambiare. Ma per ora l’unica cosa certa è la disponibilità di Cozzolino. Mentre si profila sempre più l’idea di un election day a marzo che regoli non solo i conti nella Regione ma anche a Palazzo San Giacomo, dove la guida è estremamente precaria fra un vicesindaco reggente (e indagato) e un sindaco sospeso (e condannato).