L’ultima notifica avverrà stamane, ma già ieri sera alle 21.30, con la consegna del decreto di sospensione da parte della Digos nelle mani del presidente del consiglio comunale, Raimondo Pasquino, la sua esperienza può ritenersi interrotta. “Eppure – scrive Conchita Sannino su Repubblica -, de Magistris lascia intendere che ‘c’è ancora da lavorare, dobbiamo pensare alla città, fare ancora delle ultime cose, dopo aver dato una grande dimostrazione di responsabilità facendo passare il bilancio, l’altra notte, nell’interesse della comunità’. Ai piedi degli uffici, Palazzo San Giacomo è avvolto dalle ombre, i dirigenti mostrano facce scure, e in piazza si raccolgono poche decine di manifestanti per dargli coraggio, invocare giustizia, chiedere che Napoli ‘non sia sempre calpestata’.
Lui non li riceve, ma manda a dire: ‘Sarà breve, vedrete, durerà pochi mesi, e io intanto starò in mezzo alla gente, c’è bisogno di un sindaco che stia in mezzo ai cittadini, che ascolti meglio da vicino e che abbia due mani da poter offrire all’aiuto concreto di ogni giorno’. Breve, ma quanto? L’ex pm d’assalto non spiega se infilerà l’ultima possibile exit strategy, la prescrizione del reato che arriverà al più tardi entro la prossima primavera, come hanno già da tempo calcolato i suoi avvocati, o se invece spera in uno stop dopo il ricorso al Tar. Inutile chiederglielo. ‘Resistenza’, è un mantra che va avanti fino a notte. ‘Rivendico di non essermi dimesso, non è una sentenza giusta.(…). Ma de Magistris non molla. Tempo sei mesi, ha detto ai suoi riservatamente. Che sia la prescrizione del reato, o il ricorso, de Magistris vede l’uscita del tunnel”.