L’aeroporto di Comiso chiude? No, il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, scende in campo per difendere lo scalo. E lo fa coinvolgendo nella complessa partita anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi.
“L’aeroporto di Comiso non chiuderà , anzi il mio progetto è quello di rilanciarlo e farlo diventare uno dei più importanti d’Italia. Siamo già intervenuti su Montalbano, da anni interveniamo su Ragusa Ibla, abbiamo voluto fortemente che aprisse l’aeroporto di Comiso, abbiamo sbloccato gli appalti per le principali arterie, per le ferrovie, manifestando un interesse senza precedenti nei confronti della provincia di Ragusa. Per il mio governo, Comiso è un’aerostazione centrale per lo sviluppo della Sicilia sud orientale, una parte della Sicilia che negli anni non ha avuto l’attenzione necessaria e che svolge un ruolo importantissimo per lo sviluppo economico dell’Isola attraverso le potenzialità enormi di turismo, agricoltura e le attività marinare”.
“Nessuno pensi che Comiso possa essere abbandonata – si legge in un comunicato del governatore -. Comiso dev’essere potenziata. I dati lusinghieri che sono stati raggiunti, l’incremento mensile dei voli, ne fanno una struttura economica di grandissimo livello. Siamo pronti a intervenire come Regione con la prossima finanziaria, ma chiediamo anche che lo Stato faccia fino in fondo la sua parte, poichè non si capisce perchè,mentre in tutti gli aeroporti italiani i costi per controllori di volo vengono sostenuti dallo Stato, in Sicilia dovrebbero essere a carico della società aeroportuale. E’ venuto il momento che una parte dello Stato riveda i suoi comportamenti nei confronti della Sicilia”.
“Abbiamo sostenuto con le risorse della Regione e continueremo a sostenere l’aeroporto di Comiso, ma non possiamo permettere che lo Stato sia assente – conclude il presidente della Regione -. Mi sono già messo in contatto con il ministro dei Trasporti, Lupi, per affrontare i problemi di Comiso e Trapani, dicendo con chiarezza che due strutture così importanti non possono essere ignorate e che è venuto il momento di cambiare verso”.