Laura Bercioux
La morte di Davide e la morte di Ciro. Due perdite, due giovani che sono morti per motivi diversi, se c’è un motivo logico per queste morti. Il dolore di due madri: quella di Ciro e quella di Davide.
Due dolori uguali, dolori di madre che piangono i propri figli, dolori che si manifestano con modalità diverse ma sono sempre e solo dolori per la perdita di un figlio. Se per Davide ancora non si è fatta chiarezza per le indagini in corso, per Ciro sappiamo come è andata. Una famiglia che si è sempre tenuta lontano dai riflettori, ha vissuto in silenzio questo dolore.
Sulla morte di Davide ci sono ancora tante zone d’ombra. Il carabiniere che ha sparato ha solo 22 anni: comunque vada, anche lui è una vittima. Vittima di una città dove si combatte in quartieri devastati dalla criminalità e dal traffico di droga, quartieri dimenticati da tutti, dove persino le forze dell’ordine hanno paura. Al Rione Traiano, ogni giorno, ci sono fuochi d’artificio: è il segnale che è arrivata la droga. Nelle aiuole dove giocano i bambini c’è un prato di “siringhe”: l’eroina è tornata regina.
Nessuno vuole giustificare, per questo, la morte di Davide. La madre è distrutta. In città ci sono cortei contro le forze dell’ordine. La città è ossessionata. Ma anche qui, come nel caso di Ciro, deve prevalere il buon senso e la calma, la ragione e non la rabbia. La violenza non può chiamare altra violenza. E’ il momento, per tutti, di chiedere la verità su questa vicenda. Senza clamore ma con determinazione. Le storie di Ciro e di Davide, pur così diverse, hanno tanti motivi in comune. Non solo il dolore delle due madri.