Voto in Turchia «non all’altezza degli standard internazionali»: è il giudizio dell’Osce sul referendum costituzionale che ha visto la vittoria di misura di Erdogan. II presidente turco: «Sconfitte nazioni con mentalità da crociati». Da Germania e Austria chiesto stop a trattative Ue per l’ingresso di Ankara. Il Reis esulta, ma ieri sera in Turchia ricominciavano le proteste contro il contestato esito del referendum costituzionale di domenica sul presidenzialismo, in cui il “sì” alla riforma sostenuta da Recep Tayyip Erdogan ha prevalso di stretta misura (51,4%). Ma il dubbio sull’atteggiamento che Tayyip Erdogan avrebbe scelto dopo aver vinto per un soffio il referendum costituzionale, domenica sera, è durato pochissimo. Alla moltitudine osannante della «sua» Turchia, il presidente proclamato dittatore ha solennemente ribadito che al più presto si terrà una consultazione popolare sulla reintroduzione della pena di morte. Erdogan ha mostrato altre volte questa sua propensione: piuttosto che rimanere fermi a un risultato deludente, è meglio tornare appena possibile alle urne. E che il risultato del referendum costituzionale sia stato deludente per Erdogan, è fuor di dubbio. Quello che doveva essere un plebiscito è diventato un margine di voti minimo che spacca la Turchia in due.