Fa parte di diritto al cluster delle eccellenze del Mezzogiorno. Non è un’impresa ma una struttura che dal 2002 supporta le imprese. In una delle attività più complicate: trovare risorse umane all’altezza delle esigenze e delle sfide competitive che le aziende sono chiamate ad affrontare. Il suo nome è Ipe, acronimo che sta per “Istituto per ricerche ed attività educative”: la più importante struttura di alta formazione in Campania, proiettata a diventare, attraverso un ampliamento logistico che terminerà entro il 2020, la prima business school del Mezzogiorno.
Lo dicono i numeri. Circa mille allievi formati dal 2002 da 80 docenti provenienti da 15 Università italiane. Con un placement che sfiora il 100% entro 6 mesi dalla conclusione dei corsi. La formula vincente? Il coinvolgimento diretto delle aziende sin dalla fase di progettazione dei Master in Finanza avanzata, Bilancio e revisione contabile, Shipping e Logistica. Sono 45 le aziende Partner che erogano borse di studio per gli Allievi e partecipano attivamente alla co-progettazione dei moduli formativi. Oltre 200 aziende intervengono con testimonianze o sono coinvolte nel Placement degli Allievi. Tra queste c’è la Fondazione Matching Energies, presieduta dall’ingegner Marco Zigon, patròn del Gruppo Getra, intervenuto al Graduation Day dei Master Ipe venerdì 7 luglio scorso.
Ingegner Zigon, da anni la Getra e la Fondazione affiancano l’Ipe con il sostegno ai Master di Finanza e Bilancio. Qual è il suo giudizio sulla partnership che si è consolidata?
Negli anni abbiamo potuto apprezzarele attività Ipe. Esse non si limitano allo svolgimento dei master, ma si concentrano su iniziative più ampie di formazione e promozione. Quest’anno, poi, la partnership è stata più articolata perché il Master in Bilancio, revisione contabile e controllo di gestione ha previsto un project work condotto da quattro allievi impegnati su un caso concreto:il bilancio della Getra Spa, la nostra Holding. Una attività svolta con l’affiancamento di Kpmg, network specializzato nella revisione e organizzazione contabile.
Scuola, università, mondo del lavoro. Mettere in relazione questi mondi. E’ la ricetta giusta?
Una delle leve strategiche per ridurre l’esodo dei nostri cervelli è senz’altro la formazione. Essa assume particolare valore strategico per le realtà industriali del settore manifatturiero, che sono impegnate in una sfida difficile e talvolta aspra: la competizione internazionale e il confronto con concorrenti sempre più agguerriti.
E’ il caso di Getra, Gruppo che esporta l’80% del suo fatturato in varie aree del mondo. Quali sono gli ingredienti del successo?
Sono riassumibili in 4 parole chiave, nostro riferimento polare. Energia, ricerca, innovazione e, per l’appunto, formazione. Credo che un pacchetto per il futuro del nostro Paese dovrebbe essere composto da questi 4 concetti base, che sono peraltro i pilastri di Industria 4.0.
Proviamo a vederli uno per uno?
L’energia, e soprattutto l’energia elettrica, è la risorsa da cui dipende largamente il nostro futuro, se saremo in grado di assicurarla in maniera efficiente, affidabile e costante. E soprattutto pulita, per non compromettere l’ambiente e avere un benessere sempre più diffuso e accessibile. Per farlo abbiamo bisogno di tanta ricerca, sia per cercare nuove soluzioni e tecnologie di processo e di prodotto sia per rendere più efficienti le infrastrutture.
Al terzo posto c’è l’innovazione…
L’innovazione va intesa non solo come possibilità di disporre di prodotti e processi più evoluti, ma come capacità di trasformare il modello produttivo. Oggi l’industria è chiamata a passare dalla catena di montaggio e i robot alla fabbrica intelligente. Abbandonare il paradigma del Novecento, basato su un modello in cui l’uomo era subordinato alla macchina, ed entrare nel futuro con la digitalizzazione cyberfisica, che consente la connessione e l’integrazione avanzata tra uomo e macchine. Innovare quindi vuol dire favorire un nuovo modo di produrre dove l’uomo è al centro e le macchine intelligenti sono in grado di collaborare alla pari.
Infine, per chiudere il cerchio del ragionamento, la formazione…
Dall’esigenza di collocare l’uomo al centro delle attività industriali nasce la necessità di una formazione come leva fondamentale per trasformare il nostro modo di lavorare e di vivere. Cambiano così le competenze e abilità ricercate. In futuro diventeranno più importanti il problem solving mediante il pensiero critico e la creatività.
Però le statistiche internazionali evidenziano che l’Italia rimane tra i paesi dove il benchmark della formazione è al di sotto della media europea…
Il tema cruciale è ridurre la forbice tra imprese e formazione.Una fra le maggiori criticità del nostro sistema Paese è aver tenuto per troppo tempo distanti questi due mondi. E questo divario alla lunga ci rende poco competitivi. In Italia siamo storicamente indietro sul fronte della formazione, anche se stiamo facendo passi avanti. E l’Ipe ne è un esempio.