Prima la scelta di non rispettare il piano dell’Unione europea per il ricollocamento dei profughi, poi la decisione di controllare tutti i treni in arrivo dall’Italia al Brennero, nella stazione di Brennersee. Qui a pochi passi dal confine, verrà realizzato un apposito binario per non intralciare il traffico merci internazionale e permettere il controllo serrato di tutti i convogli. L’Austria ha deciso di attuare una vera e propria svolta sul tema dell’immigrazione e il governo del cancelliere Christian Kern, socialdemocratico, lo ha spiegato in una lettera inviata a Bruxelles in cui dice di ritenere «ingiustificata» la partecipazione di Vienna al «ricollocamento dei migranti a favore di Italia e Grecia, nel segno della solidarietà europea». Sono passati appena pochi giorni dalle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma e un Paese membro in una escalation di dichiarazioni si sfila da una importante decisione comune perché «si è visto che la realizzazione delle soluzioni va avanti solo a rilento, e che il peso maggiore nel contrasto ai flussi migratori poggia ancora su pochi stati membri», ha spiegato Kern nella missiva inviata all’Unione europea. Secondo il cancelliere tra il 2015 e il 2016 l’Austria ha registrato «oltre 4,5 richieste di asilo» più dell’Italia e «oltre due volte e mezzo» più della Grecia in proporzione alla popolazione.
Il piano di redistribuzione nei paesi dell’Ue di 160 mila richiedenti asilo giunti in Italia e in Grecia dal settembre 2015 prevede che Vienna accolga quasi duemila persone, ma per gli austriaci lo sforzo fatto dal Paese è già stato sufficiente. Per blindare i confini hanno ora deciso di aumentare i controlli grazie alla costruzione di un nuovo binario, che costerà circa un milione di euro, di cui un terzo dovrebbe essere a spese delle ferrovie austriache. Neanche il tempo di festeggiare per la firma della Dichiarazione di Roma, quindi, che il tema dei migranti torna a dividere l’Europa. Dopo i paesi del gruppo Visegrad adesso anche l’Austria dice no alle relocation. Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ricorda che «la solidarietà non può essere à la carte”», e che «Tutti gli Stati membri devono adempiere ai loro doveri». E al premier polacco Beata Szydlo, che ha parlato di politica inefficace dell’Ue sui migranti, replica senza mezzi termini: «Troppo facile dire che è inefficiente, senza averla attuata». Infine, nel giorno in cui arriva il primo Sì del Senato al piano immigrazione di Minniti, Avramopoulos, giudica «importante» il lavoro del ministro italiano.