di Amedeo Feniello –
Il ragazzo mi guarda da sotto in su e mi passa una serie di fogli. “Legga, professore”, mi fa. Lo so che è sveglio e che sa studiare, ma non so di cosa parlino quelle carte. Resto interdetto, perché non c’è niente sul medioevo, ma è una sua ricerca su Napoli. Precisamente sulla cultura a Napoli negli anni Sessanta del Novecento. Tra Cinquanta e Quaranta anni fa. Cosa spinga un ragazzo a interessarsi di queste cose, non lo so: ma la curiosità, volete mettere, per quali vie confuse striscia e si insinua?
Davanti a me, ora, ho un quadro sinottico: da dove il ragazzo lo abbia tratto, non lo so, ma mi sembra preciso. Lo sfoglio e cado su un anno: il 1967. Perché, proprio su quell’anno? Boh, forse perché era subito prima del ’68. Forse perché ero ancora all’asilo… Comunque comincio la lettura, su come si muoveva la cultura a Napoli in quell’anno. Parto da gennaio. Il 4 c’è una mostra di Mario Sironi. Il 10 Prezzolini tiene una conferenza sul “Tempo della Voce”. Il giorno dopo Giorgio Bocca presenta alla libreria Guida il suo “Italia partigiana”. Il 18 viene inaugurato il Centro Teatro Esse con un’opera di Lorca, La magia della farfalla. Il 27 al Politeama va in scena Medea di Jean Anouilh, con Anna Magnani. Il mese successivo, il 2, al teatro Bracco Luigi Compagnoni presenta il suo Il 13. Il 4, alla galleria Mediterranea, Emilio Notte espone 23 sue opere. L’8 al Cinema Astra proiezioni in lingua originale di film di Losey, Richardson e Lester. Il 18 alla Modern Art Agency mostra dell’artista ungherese Victor Vasarely. Il 23 al Cine Club proiezione del film Non riconciliati, del regista Jean-Marie Straub: il regista è presente in sala. Il 25 al circolo De Sanctis tavola rotonda sul pensiero di Gramsci: partecipano Lucio Colletti, Paolo Spriano e Valentino Gerratana.
Passo a marzo, e già mi gira la testa: il 3 c’è l’Arlecchino servo dei due padroni di Strehler al Politeama. Il 4, sempre nella saletta rossa della libreria Guida, ci sono Fruttero e Lucentini che parlano di letteratura americana. Poi si susseguono altre iniziative, mostre, rassegne che riempiono il mese, fino ad arrivare al 16 quando Pierre Klossowski tiene una conferenza, sempre da Guida, su “Sade et le fait d’écrire”. Mi sto stancando e passo ad aprile e l’occhio mi cade sul 4 quando, agli stabilimenti Olivetti di Pozzuoli, il prof. Iacono tiene una lezione dal titolo “I rapporti familiari nella società industriale”. Il 15, muore Totò. In quella stessa giornata, Enzo Siciliano e Enzo Golino presentano il romanzo di Dacia Maraini A memoria; sono presenti in sala l’autrice e Alberto Moravia. Il 23 al Grenoble c’è George Simenon. Il 29 da Guida espongono, tra gli altri, Wesselmann e Warhol.
Maggio: il 6 Domenico Rea e Goffredo Parise introducono un dibattito su “L’assoluto naturale nella guerra tra i sessi” (e, penso, chissà cosa si saranno detti…). Il 12 sbarca da Guida Roland Barthes, che resta in città alcuni giorni – e il 15 al Grenoble tiene una conferenza su Semiologie urbane -. Il 20 Sanguineti e Baruchello si divertono sul tema Il giuoco dell’Oca. Il mese si chiude con il Living Theatre che presenta al Politeama Antigone di Bertolt Brecht.
Salto l’estate e passo all’autunno: il 30 settembre a villa Pignatelli ci sono Allen Ginsberg e Fernanda Pivano. Il 21 ottobre Luigi Nono presenta la sua ultima opera A Floresta all’Auditorium RAI. Il 25 dello stesso mese Edoardo torna al San Ferdinando con Il contratto (scene di Renato Guttuso). Il 2 novembre Marco Bellocchio viene premiato per il film La Cina è vicina. Louis Malle, il 25 novembre, presenta al Grenoble Ascenseur pour l’échafaud. L’8 dicembre arriva Arturo Benedetti Michelangeli al San Carlo…
Guardo il ragazzo. Lui mi guarda: “Professò, e oggi?”. “Oggi piove…”