Politica interna
Governo – L’incontro mattutino di ieri tra il premier Enrico Letta e il segretario del Pd Matteo Renzi ha portato molti renziani a intravedere la possibilità di un passaggio di testimone a Palazzo Chigi. Ma dopo pochi minuti il clima è cambiato: “Ognuno è rimasto sulle sue posizioni”. Un’inversione di rotta confermata dalla conferenza stampa delle 18 del premier. Letta ha sfidato il suo avversario invitandolo a uscire allo scoperto, proponendo un Letta bis e un “nuovo patto” senza scadenze. “Le dimissioni non si danno per dicerie, per manovre di palazzo, per retroscena”, ha sottolineato Letta. E attacca: “Ognuno deve pronunciarsi. Ognuno deve dire cosa vuol fare, soprattutto chi vuole venire qui al posto mio. Ognuno deve giocare a carte scoperte”. Letta ha precisato che il suo governo “è nato in Parlamento” e “il suo lavoro deve essere esaminato nelle sedi appropriate”. Come a dire: se dovrò cadere sarà per mano del Parlamento.
Pd – Si terrà oggi la Direzione del Partito democratico e, anche se molti se lo aspettano, “non ci sarà nessun duello” tra Renzi e Letta. Ma se la linea ufficiale è quella della non belligeranza, nel privato Renzi è più esplicito: “La storia si è esaurita, non ci sono più le condizioni per andare avanti. Questo governo rischia di essere una zavorra per l’Italia”. Renzi è sicuro dei suoi mezzi, anche perché la minoranza del partito gli ha fatto sapere che oggi in Direzione sarà con lui. L’unico nodo da sciogliere è se sia meglio votare la relazione del segretario o un ordine del giorno, che formalmente spersonalizzerebbe lo scontro tra il leader e il premier. Di fatto sarà una sorta di sfiducia a Letta, ma molto soft, per evitare nuovi scontri e conflitti. I renziani sono convinti che dopo quel pronunciamento il presidente del Consiglio andrà al Colle, anche se c’è chi dice che invece insisterà per un passaggio parlamentare.
Napolitano – Alla domanda dei giornalisti sulla possibilità di elezioni immediate nel caso in cui non si risolva il conflitto interno al Pd, il presidente Napolitano risponde con un lapidario: “Non diciamo sciocchezze”. Una risposta che ben sintetizza il distacco e il disagio per il braccio di ferro in corso tra Renzi e Letta, una prova di forza che rischia di danneggiare il Paese. Uno scenario preoccupante che porta Napolitano a lanciare un avvertimento sul valore della stabilità e un’incitazione a non disperdere o contraddire il lavoro compiuto: “Dobbiamo essere consapevoli che la fiducia faticosamente riguadagnata non dev’essere indebolita dal riaccendersi di timori sulla risolutezza dell’Italia a proseguire sulla strada delle riforme e della responsabilità”.
Senato – Il Senato dà il via libera al decreto legge sul nuovo finanziamento pubblico ai partiti e lo trasmette alla Camera per l’approvazione definitiva che deve arrivare entro il 26 febbraio. Un’approvazione a larga maggioranza (171 sì contro 55 no), ma che nasconde al suo interno distinguo, sottigliezze e malumori. Si è discusso molto, infatti, sui soldi che potrebbero arrivare da enti pubblici e società partecipate. Scelta Civica, per esempio, era nettamente contraria e ha voluto che si votassero i suoi emendamenti contrari. Respinti. I montiani non hanno gradito neanche la norma che estende la cassa integrazione ai dipendenti dei partiti. Altro argomento di vivace contrapposizione il pagamento dell’Imu sugli immobili dei partiti. La norma c’è. La posizione intransigente del M5s, da sempre contrario a qualsiasi forma di finanziamento, è sfociata in protesta all’annuncio del risultato del voto.
Politica estera
Gerusalemme – “Un giovane palestinese mi ha chiesto perché abbia diritto a 17 litri d’acqua al giorno, quando gli israeliani possono consumarne 70. Mi ha commosso e adesso giro a voi la sua domanda”. Le parole del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, in visita a Gerusalemme per colmare le distanze tra Israele e l’Unione europea, hanno finito per suscitare l’indignazione di Naftali Bennett e dei suoi deputati, che hanno abbandonato l’aula della Knesset dove Schulz stava parlando. Il premier Benjamin Netanyahu ha scelto di non criticare la protesta del suo ministro dell’Economia e leader del partito ultra-nazionalista Focolare ebraico. Parole di rammarico sono state indirizzate a Schulz: “Ha dato retta a una sola fonte e purtroppo sta diventando il vizio degli europei. Ha ammesso di non aver controllato i dati. È quello che succede sempre: ascoltano, non verificano, lanciano accuse”.
India – Ieri il portavoce del ministro degli Esteri indiano, Syed Akbaruddin ha fatto sapere che, nonostante l’Italia sia “profondamente scontenta” martedì prossimo “i due fucilieri saranno perseguiti secondo la legge antipirateria”. Una dichiarazione che spegne le speranze di veder accolta dalla Corte suprema di New Delhi la richiesta di non trattare i nostri militari come pirati. Il premier Letta è tornato a promettere “il massimo impegno sulla questione”, ma il ministro degli Esteri, Emma Bonino, è chiamata a dire oggi al Senato come si concretizzerà tale impegno. Ieri sera il ministro Bonino ha telefonato al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, per un chiarimento dopo la presa di distanza di quest’ultimo sulla vicenda dei marò (“questione bilaterale Italia-India”). Il ministro degli Esteri ha espresso a Ban Ki-moon la preoccupazione dell’Italia sulle ripercussioni che l’applicazione della legge antiterrorismo potrebbe avere.
Economia e Finanza
Privatizzazioni – Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni non ha dubbi. In un’audizione parlamentare spiega che dalle privatizzazioni, da concludersi entro l’anno, si stimano benefici finanziari per lo Stato di 8-9 miliardi di euro. Precisa il ministro: “Introiti che devono essere considerati preliminari, non essendo disponibili valori di riferimento di mercato per le realtà a oggi non quotate”. E ancora: “Solo dalle cessioni di partecipazioni dirette ci saranno benefici sul fronte del debito pubblico”. Per quanto riguarda invece le privatizzazioni di secondo livello, “gli introiti andranno a beneficio delle società azioniste che li utilizzeranno per la riduzione del proprio indebitamento e per il supporto di iniziative di investimento del gruppo”. Il ministro punta a cedere rapidamente sia Poste che Enav, probabilmente entro l’estate, ma si dovrà tenere conto “della situazione dei mercati finanziari nei mesi in cui si procederà all’esecuzione delle due operazioni”.
Bot – I titoli di Stato italiani tornano a interessare gli investitori. Il Tesoro ieri ha collocato tutti gli 8 miliardi di euro di Bot a un anno, con il rendimento medio in discesa al minimo storico dello 0,676% dallo 0,735% dell’asta di gennaio. Dopo l’asta, lo spread tra Btp e Bund è sceso fino a 197 punti base, con il rendimento del bond a 10 anni in discesa al 3,67%, il livello più basso dal 23 febbraio del 2006.