Roma, 8 gen. (askanews) - Sono già arrivati gli agricoltori nella Capitale per denunciare gli errori regionali e l’assenza nella manovra approvata delle misure necessarie a garantire adeguate risorse al Fondo di Solidarietà Nazionale per far fronte alle pesanti calamità che hanno colpito importanti aree del Paese, a partire dalla Puglia, con il dimezzamento della produzione nazionale di olio di oliva che ha messo in ginocchio il settore. Migliaia di agricoltori della Coldiretti - informa un comunicato - si sono dati appuntamento in via XX Settembre 20 davanti Ministero delle Politiche Agricole dove è fissato l’incontro di una delegazione guidata dal presidente Ettore Prandini con il Ministro Gian Marco Centinaio. Nei cartelli dei manifestanti si leggono frasi come “Solo promesse per l'olio italiano nessun interesse”, “Produzione dimezzata, olivicoltura dimenticata”, “Chiudiamo i porti al falso olio italiano”, “Fermiamo la Xylella E' #disastrocolposo” ma anche “Presidente Conte non dimenticare gli ulivi della tua Puglia” per ricordare le origini del premier italiano. L’obiettivo - conclude la nota - è salvare il prodotto simbolo della dieta mediterranea di fronte ad una crisi storica che va affrontata responsabilmente con interventi straordinari a livello regionale e nazionale. Dalla inarrestabile strage provocata dalla Xylella alle contraffazioni, dall’invasione di olio straniero a dazio zero al falso Made in Italy fino ai cambiamenti climatici e gli effetti dei disastrosi eventi estremi, sono alcune delle criticità da affrontare per salvare un settore strategico per la salute dei cittadini, il presidio del territorio, l'economia e l’occupazione che vede impegnate oltre 400mila aziende agricole.

Passa, con i voti del Movimento, l’emendamento che prevede il carcere per chi si rifiuta di abbattere gli alberi affetti dalla Xylella, il batterio che sta colpendo gli ulivi della regione. E l’ultimo caso che si apre sul decreto Semplificazioni e arriva, guarda caso, proprio dopo la mediazione trovata sul caso trivelle. Sulle piattaforme d’estrazione la spunta il Movimento, che ottiene una moratoria di 18 mesi sulle concessioni e un aumento dei canoni per le aziende di 25 volte (aveva chiesto di 35). La ragione di governo, per riequilibrare i conti, vede invece prevalere la posizione leghista sulla Xylella. Ma evidentemente non basta a Matteo Salvini, ben deciso ad andare all’attacco. E infatti in serata affonda anche sulla Tav: «L’Alta velocità va fatta. Costa più non farla che farla, spero arrivi questo benedetto studio costi-benefici di cui io non ho visto neanche una pagina». Sulla stessa linea il ministro dell’Economia Giovanni Tria: «Basta filosofeggiare sugli investimenti pubblici, la Tav va fatta». Nel decreto Semplificazioni ci sono altre novità di rilievo. II via libera all’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli elementi per valorizzare la produzione nazionale e combattere il falso Made in Italy, novità accolta con entusiasmo da Coldiretti; la cancellazione di quella che era stata chiamata «la tassa della bontà», con il ripristino dell’agevolazione Ires sulle organizzazioni no profit (l’aliquota torna al 12 per cento); lo stanziamento di dieci milioni di euro in favore dei familiari delle vittime del disastro di Rigopiano. E modifiche al testamento biologico che, secondo l’associazione Luca Coscioni, ne renderà «impossibile» l’applicazione.