Non si ferma l’exploit dei voucher per i mini-lavori occasionali. Complici la crisi e l’allargamento
del raggio d’azione, i “buoni” introdotti nel 2008 per le attività stagionali e come veicolo di emersione del “nero” hanno varcato a giugno la soglia di 200 milioni di vendite, l’equivalente die miliardi di euro. Dalla
sperimentazione in agricoltura hanno preso progressivamente quota anche in altri settori, a partire
da commercio e turismo.
Secondo l’ultimo monitoraggio dell’Inps, nel primo semestre del 2015sono stati venduti quasi 50 milioni
di tagliandi del valore nominale dito euro, conun aumento del 74,7% rispetto allo stesso periodo
del 2014, conpunte del 95,2% e del1’85,3% rispettivamente nelle isole e nel Meridione. Sono proprio tre
regioni del Mezzogiorno a guidare la classifica degli aumenti: Puglia (+98,3%), Sicilia (+96,6%) e
Sardegna (+94,2%). Anche se la maggior parte delle vendite resta concentrata al Nord (65%), nel
Sud e nelle isole è circolato quest’anno quasi un quinto del totale dei voucher, un balzo in avanti rispetto
a qualche anno fa, quando le regioni di quest’area non raggiungevano nemmeno il 10 per cento.
Ora, con la vendemmia già partita, è probabile un ulteriore slancio nell’utilizzo di questo strumento
che il Jobs act ha reso ancora più accessibile: il Codice dei contratti (decreto 81), entrato in
vigore il 25 giugno, aumenta infatti il tetto massimo dei compensi pagati con i voucher alla stessa persona portandolo a 7mila euro netti l’anno, rispetto ai 5mila previsti in precedenza.