Con 191 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti, l’aula del Senato ha approvato definitivamente il ddl sul voto di scambio. Il provvedimento prevede, per gli esponenti politici che accettano pacchetti di voti dalla criminalità organizzata in cambio di soldi o di altri tipi di benefici, una pena oscillante tra i 4 e i 10 anni di reclusione.
La prima stesura del testo che la pena fosse oscillante tra i 7 e i 12 anni e che fosse punibile con le stesse pene anche il politico che si fosse “messo a disposizione” di gruppi criminali. Alla Camera, però, il testo è stato cambiato, suscitando la protesta, per opposti motivi, di M5S e di Forza Italia, oltre ai malumori di una parte del Pd, che ha criticato il compromesso trovato, ritenendolo troppo blando. Il culmine delle polemiche è stato raggiunto la settimana scorsa al Senato, quando, in seguito alla richiesta della maggioranza dei gruppi di arrestare la discussione generale e di passare direttamente alla votazione degli emendamenti, la presidenza ha deciso di porre la cosiddetta “ghigliottina”, suscitando la vibrante reazione di M5S.
Dopo la bagarre che si è scatenata in aula, la presidenza ha deciso di aggiornare a martedì 15, per poi far slittare il voto definitivamente a oggi. E anche nella seduta di oggi, non sono mancate polemiche e proteste clamorose dei grillini, che hanno fatto ostruzionismo dall’inizio della seduta, ingaggiando un duello con Grasso, che è dovuto ricorrere prima a due espulsioni (quelle del capogruppo Santangelo e del collega Airola), quindi alla sospensione, dopo l’esposizione di cartelli ironici raffiguranti Berlusconi e Napolitano. A più riprese i senatori grillini hanno chiesto l’inversione dell’ordine del giorno e a loro Grasso ha ricordato che la conferenza dei capigruppo aveva definitivamente stabilito il calendario.