«Il Pd non farà mai un governo col M5s»«. Lo assicura il segretario del partito, Matteo Renzi, intervistato da Francesca Schianchi sulla Stampa. Quale risultato definirebbe una vittoria? «Chiamerei vittoria essere il primo gruppo parlamentare». Prende in considerazione l’ipotesi di un passo di lato per indicare Gentiloni come candidato premier? «Questa legge elettorale non prevede la figura del candidato premier. Chi sarà il premier lo deciderà Mattarella in base alle dinamiche post-elettorali. Il segretario, invece, lo scelgono le primarie». Il governatore Emiliano dice che dovreste sostenere un eventuale governo del M5S. Se vi proponessero un contratto alla tedesca per un governo insieme con premier Di Maio, si siederebbe a parlarne? «Vedo gente che sale al Quirinale o che giura: non mi risulta però che sia stato già scelto il capo del governo. Penso che il Pd sarà il primo partito e lavoro perché lo sia: credo che tutti i dirigenti del Pd potrebbero fare questo sforzo. Per quanto riguarda un governo coi Cinque stelle: noi non faremo mai nessun governo con gli estremisti». Giudica i Cinque stelle estremisti? «Stanno dentro l’Europa o fuori? Sono per l’obbligatorietà dei vaccini o no? La realtà s’incarica di dimostrare che le prese di posizione del M5S sono profondamente lontane da ciò che l’Italia ha sempre conosciuto». C’è un canale aperto tra Pd e Fi in vista di possibili larghe intese? «Smentisco che esista, nel modo più categorico». Visto il ritorno a un sistema in gran parte proporzionale, sarebbe il caso di adottare un metodo più largo di elezione dei presidenti delle Camere? «Fateci fare l’ultima settimana di campagna e vediamo. Il ragionamento di per sé non fa una grinza, visto che siamo tornati a un modello istituzionale ben diverso da quello che sognavo». Veniamo al programma: non le sembra che manchino tre parole chiave? «Non è vero, le tre parole chiave ci sono: lavoro, famiglia e ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo».