“Quando segnalai che a Ostia i clan inneggiavano al M5S, Di Maio disse che mi dovevano ricoverare. Lo disse da Quarto, dove la camorra vota M5S”. Mezzogiorno è passato da poco quando i grillini scoprono che il Pd, per bocca del suo presidente nazionale Matteo Orfini, ha riempito la loro calza di una abbondante dose di carbone. Un tweet avvelenato quello di Orfini, che parte dalle intercettazioni da cui emerge che un clan locale aveva dato ordine di votare per un esponente Cinque Stelle che effettivamente risultò poi il più votato in lista, Giovanni De Robbio, ora indagato. La puntura di spillo di Orfini si trasforma però ben presto in valanga, con il Pd tutto impegnato a mettere in fuorigioco i seguaci di Grillo. E ad avviare un attacco che potrebbe vedere Quarto, popoloso Comune a Nord di Napoli, diventare il primo Comune grillino sciolto per infiltrazione della criminalità organizzata. II movimento: “Noi siamo parte lesa, i dem vanno a braccetto c on la mafia”.

La storia era cominciata qualche giorno fa quando sono state pubblicate alcune intercettazioni. Guido Ruotolo sulla Stampa riporta una serie di conversazioni tra accusati di camorra nella vicenda del sindaco di Quarto Rosa Capuozzo. Nell’articolo si aggiungono molti particolari sulla storia della Capuozzo, ancora non molto chiaro. Il pezzo comincia con un’intercettazione in cui l’indagato Cesarano dà ordine di appoggiare la Capuozzo al ballottaggio:

«Comincia a chiamarlo. Ha preso 890 voti, è il primo degli eletti. Noi ci siamo messi con chi vince, capito?». Voto inquinato. È una intercettazione telefonica che risale al primo giugno scorso, tra il primo e secondo turno delle comunali di Quarto, comune dell’area flegrea. L’imprenditore legato al clan camorrista dei Polverino, Alfonso Cesarano, dà indicazioni di appoggiare al ballottaggio il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo: «Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle». Per non essere equivocato, l’imprenditore sospettato di essere colluso con la camorra spiega al suo interlocutore: «L’assessore glielo diamo noi praticamente. E lui ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi. Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere».

La “pecora nera” dei Cinque Stelle, l’uomo del presunto patto inconfessabile con la camorra, Giovanni De Robbio, è stato cacciato dai Cinque stelle quando ormai l’inchiesta del pm John Henry Woodcook cominciava a essere stringente. De Robbio, in cambio di voti avrebbe promesso a Cesarano la gestione del campo sportivo e comunque di agevolarlo negli affari legati alla amministrazione comunale. De Robbio avrebbe poi promesso a un altro maneggione, Mario Ferro, l’assunzione al cimitero del figlio. Ma c’è un altro nervo scoperto per i grillini: la scelta recente del sindaco di stravolgere la gestione del campo sportivo. La procura di Napoli aveva sequestrato la società sportiva del camorrista Castrese Parigliola (ora al 41 bis) affidando la squadra di calcio a “Sos Impresa”.

I presunti abusi edilizi: i lavori della casa del sindaco prima e dopo
I presunti abusi edilizi: i lavori della casa del sindaco prima e dopo

 

C’è però dell’altro di poco chiaro in questa vicenda. In un post su Facebook pubblicato il 24 dicembre la Capuozzo dice che De Robbio è stato espulso dal partito di Grillo dieci giorni prima, ovvero il 14 dicembre. Le motivazioni dell’espulsione riferite dal sindaco riguardano il fatto che l’azione politica di De Robbio non fosse in linea col programma, anzi di averlo ostacolato. Nessuna menzione riguardo l’inchiesta giudiziaria a carico dell’ex-consigliere pentastellato. La tesi della Capuozzo è che la procedura d’espulsione sia stata avviata indipendentemente e precedentemente dalla convocazione della Capuozzo per testimoniare nel merito del tentativo di estorsione. Il Fatto Quotidiano riferisce però che – da fonti interne alla Procura – emergerebbe che il sindaco sarebbe stata sentita dagli inquirenti prima del 14 dicembre. In sostanza quindi la Capuozzo sarebbe stata a conoscenza delle indagini a carico di De Robbio già da prima dell’avvio della procedura di espulsione dal MoVimento. Del resto già in occasione della pubblicazione del dossier sull’abitazione del marito della Capuozzo il sindaco si era presentata dai Carabinieri per sporgere denuncia, in un post su Facebook (pubblicato anche sul Blog di Beppe Grillo) all’epoca dell’uscita del plico la Capuozzo si era difesa così annunciando di essersi già presentata dai carabinieri:

Da giorni circola un plico di documenti, inviato ai consiglieri di opposizione di Quarto, su un presunto abuso edilizio che, seppur parzialmente, mi riguarderebbe. Io stessa sono venuta in possesso di questo “incartamento” contenente una lunghissima serie di illazioni, affermazioni infamanti e calunnie a profusione. La prima cosa che ho fatto è stata di presentarmi io stessa dai carabinieri per chiedere loro di compiere tutti gli accertamenti del caso nel più breve tempo possibile. Non a caso, infatti, già lunedì 2 novembre una squadra di tecnici è venuta a fare un sopralluogo e ha eseguito tutte le misurazioni del caso sugli immobili messi, forse troppo velocemente, sotto accusa. Le risultanze di queste indagini tecniche le pubblicherò, immediatamente, on-line appena disponibili.

Dal momento che è palese che le carte di quel plico fossero uscite dagli uffici comunali, possibile che a farle uscire sia stato proprio quel geometra assieme al quale De Robbio aveva fatto visita al sindaco durante il – presunto – tentativo di estorsione? Nell’occasione di quella visita ai carabinieri però pare che la Capuozzo non abbia fatto alcuna menzione del tentativo di estorsione, ammesso solo il 22 dicembre.

“A Quarto valutiamo ogni strada, compreso lo scioglimento del Comune. Quel che è certo è che l’ex consigliere comunale indagato è stato subito espulso dal M5s, e il sindaco Rosa Capuozzo sta portando avanti una battaglia di legalità: siamo con lei”. Roberto Fico, deputato napoletano e membro del Direttorio dei 5Stelle, risponde al Fatto mentre sulle agenzie tutti i partiti, con il Pd in prima fila, picchiano duro: lamentano “i silenzi del Movimento” sulla vicenda del Comune alle porte di Napoli, dove Giovanni De Robbio era stato il più votato degli eletti a 5Stelle, e ora è indagato per tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso nei confronti del sindaco. I dem diffondono in serie sul web un’intercettazione in cui il figlio di un imprenditore che sarebbe legato a un clan della camorra, Alfonso Cesarano, dice: “A votare M5s dobbiamo portare anche le vecchie di 80 anni”. E ricorda: “Comincia a chiamarlo, ha preso 890 voti, è il primo degli eletti: ci siamo messi con chi vince”. E il “vincitore” è De Robbio, che avrebbe tentato di convincere la Capuozzo a concedere a Cesarano la gestione del campo sportivo.