Esprimo viva soddisfazione per la riapertura avvenuta in questi giorni del cinema Arcobaleno, una sala storica del quartiere, inaugurata oltre 60 anni fa e che originariamente si chiamava “Stadio”, dal momento che nasceva in via Carelli nei pressi dello stadio Collana. Una sala cinematografica che non avrebbe mai dovuto chiudere ma che, anche a ragione della totale assenza di iniziative concrete da parte delle istituzioni preposte, vide la proiezione del suo ultimo spettacolo il 26 gennaio 2014, circa un anno e mezzo fa, mentre sul marciapiede antistante, insieme ad un gruppo di cittadini, assenti i rappresentanti istituzionali, mettevano in atto un flash mob di protesta, per rimarcare ancora una volta la volontà dei vomeresi di mantenere in vita il cinema “. E’ quanto afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che oltre a rendersi promotore del succitato flash mob, lanciò subito dopo su internet un petizione popolare, indirizzata al Sindaco di Napoli, che, pubblicata al link: http://tinyurl.com/Petizione- per-l-Arcobaleno , che superò le mille sottoscrizioni.
“Si tratta – scriveva nella presentazione Capodanno – di uno dei pochi luoghi di aggregazione sopravvissuti nel popoloso quartiere collinare partenopeo, dopo la chiusura di tante librerie e sale cinematografiche. Inoltre bisogna salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti che, dopo la chiusura, avvenuta in questi giorni, sono andati ad infoltire la schiera dei disoccupati “.
“Quell’iniziativa è certamente servita, con la sollevazione dei cittadini, anche a far meditare chi avrebbe potuto immaginare di cambiare la destinazione d’uso dei locali, che, non a caso, sono poi rimasti da allora inutilizzati – prosegue Capodanno -. Un’ennesima sofferta vittoria dei soli cittadini, dunque, che, portata avanti nel tempo in perfetta solitudine, ha fortemente contribuito a far recuperare uno spazio culturale e di aggregazione sociale che, altrimenti, avrebbe potuto anche andare ad infoltire la folta schiera di supermercati che negli ultimi tempi si sono aperti nel quartiere collinare, contribuendo, tra l’altro, a distruggere il tessuto del commercio a minuto di piccole botteghe a conduzione prettamente familiare che, specialmente nel settore alimentare, esisteva da lustri sul territorio del quartiere collinare, tramandandosi di padre in figlio “.
“Con l’occasione – ricorda Capodanno – va ancora una volta sottolineato che su otto sale cinematografiche presenti solo al Vomero, su un territorio di appena due chilometri quadrati d’estensione, che fino agli anni ’60 vantava la più alta concentrazione di questo tipo di strutture, prima della chiusura del cinema Arcobaleno, già ne erano scomparse altre cinque: l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente è ubicato un megastore, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato appunto l’ennesimo supermercato “.
“Senza dimenticare – conclude Capodanno – che proprio al Vomero, in via Cimarosa, nacque nel lontano 1909 il cinema italiano con gli stabilimenti della Lombardo film che, alcuni lustri dopo, avrebbe dato vita alla più grande casa cinematografica italiana: la Titanus “.