«Gli ordini di grandezza nel rapporto tra Nord e Sud sembrano ribaltati rispetto alla primavera scorsa. Regioni come la Campania (5.4.%) e la Sardegna (43%) stanno registrando, dopo l’estate, un fortissimo incremento di contagi reali. Mentre, al contrario, Regioni che sono state in pas-
sato fortemente colpite dalla pandemia, come la Lombardia (1,9%) e l’Emilia Romagna (22%), hanno registrato, nello
stesso periodo, un forte abbattimento percentuale dei casi di positività – spiega Nino Cartabellotta, presidente del Gimbe, l’istituto di analisi che fin dal primo momento ha tenuto sotto osservazione, con statistiche che in alcuni casi erano diverse da quelle ufficiali, l’evoluzione dell’epidemia.
Per l’esperto, questa significativa inversione di tendenza ha una spiegazione clamorosa: «Se si contano i tamponi fatti in assoluto, come fanno molti, si ha una percentuale falsata. Se invece si valuta questo rapporto sui numeri netti si scopre che l’immunità di gregge è la spiegazione più probabile
per questa forbice tra dati. E proprio questa ipotesi spiega anche perché, portati sullo
stesso indice, i dati di Campania e Sardegna, una Regione che era Covid free prima del-
l’estate, e altre Regioni del sud, che erano state toccate meno, hanno oggi un grande incremento. Anche la Sicilia e la Puglia, che in primavera erano stati coinvolte marginalmente, oggi con 113.596 e il3,1% sono salite entrambe al di sopra del-
la media nazionale» (che è il 3.1%). «In quei territori il virus era meno diffuso, e quindi
adesso ha ancora grandi possibilità di contagio. Nel Nord e in Lombardia, evidentemente, ha già toccato settori amplissimi della popolazione, che oggi sono meno vulnerabili al coronavirus». Quindi c’è da attendersi una escalation dei contagi nel Sud. “Il “secondo giro” del contagio, chiamiamolo così, colpisce di più chi ha avuto minor esperienza del virus, e in proporzione minore chi ha avuto più
contagi».