Il senatore Antonio Gentile, con una lettera inviata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al segretario nazionale del Ncd, Angelino Alfano e per conoscenza al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si e’ dimesso questa sera da sottosegretario. ”Lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l’acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture, mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell’esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito” si legge nella missiva. ”E’ una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell’Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo – prosegue Gentile -. Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacche’ non sono indagato di niente: eppure , sono divenuto carne da macello , per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione”. Gentile spiega quindi: ”Torno a fare politica nelle istituzioni, come segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura , con i suoi tempi che mi auguro siano piu’ brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima”. ”Chiedo solo – conclude – che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verita’ terza e oggettiva che sara’ scritta dai giudici, ma che e’ gia’ ben presente nella mia coscienza”.
Ecco qui di seguito il testo della lunga lettera:. ”Gentilissimi, Illustrissimo Capo dello Stato, lo stillicidio a cui sono sottoposto da diversi giorni e che ha trovato l’acme allorquando sono stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture, mi ha portato a una decisione sofferta, maturata nell’esclusivo interesse del mio Paese e nel rispetto del mio partito. Non ritornero’ sui motivi pretestuosi e strumentali organizzati ad arte per ”mascariare” in modo indegno la mia persona , nonostante fossi immune da qualsiasi addebito di natura giudiziaria . Cio’ che avevo da dire sui mandanti e sugli ascari che hanno ordito questa tragicomica vicenda l’ho espresso a chiare lettere. Ho presentato querela contro i miei detrattori il 26 febbraio, ben prima dell’attuale compagine governativa, con una comunicazione scritta al presidente Grasso, nella consapevolezza di avere questo unico strumento di difesa. Il Paese di Cesare Beccaria e’ tornato nel medievalismo piu’ opaco, fatto di congetture astruse e di mera cattiveria. Un politico che ha vissuto la sua vita senza alcuna macchia, che non ha indagini a suo carico , che e’ incensurato, viene costretto dalla bufera mediatica a non poter esercitare il suo incarico. E’ una riflessione amara, ma reale, di un segmento dell’Italia che preferisce vivere di slogan e di sentimenti truci, sfruttando la disperazione di tanta gente al solo scopo di uccidere la politica, le sue basi comuni, il diritto positivo. Nel mio caso, oltretutto, non bisogna nemmeno citare il garantismo, giacche’ non sono indagato di niente : eppure , sono divenuto carne da macello , per soddisfare la bulimica perversione di chi intende la lotta politica come mezzo di sopraffazione. Torno a fare politica nelle istituzioni, come Segretario di Presidenza, e nella mia regione, come coordinatore regionale, aspettando che la magistratura , con i suoi tempi che mi auguro siano piu’ brevi possibile, smentisca definitivamente le illazioni gratuite di cui sono vittima. La riflessione che vi lascio e’ , pero’, attuale e riguarda la necessita’ di riequilibrare un sistema la cui agibilita’ e’ messa a rischio da chi oltraggia la nostra Costituzione, ritenendola un orpello inutile e non , invece, il tempio di saggezza e di rispetto qual e’. Il mio impegno contro i detrattori della mia Calabria e del mio Paese non recede. Non mi arrendero’ mai all’idea che in un Paese con le nostre tradizioni un politico venga accerchiato, perseguitato, vilipeso sulla base di de relato assurdi. Anche in ossequio alla richiesta che mi e’ pervenuta da cinque direttori di giornali che hanno ritenuto in pericolo la liberta’ di stampa. Anche io ritengo questo un bene supremo che pero’ andrebbe sempre coniugato con il rispetto dello stato di diritto. Ed e’ per questo che mi auguro che la mia battaglia per ripristinare la verita’ possa trovare sui loro giornali lo stesso spazio che e’ stato dedicato ai miei accusatori. 6) Chiedo solo che si faccia luce su tutto e che chi ha inteso esprimere giudizi inaccettabili sulla mia persona si ravveda davanti alla verita’ terza e oggettiva che sara’ scritta dai giudici, ma che e’ gia’ ben presente nella mia coscienza. Ringrazio il presidente Renzi per l’onore accordatomi e l’onorevole Alfano per la fiducia espressami, oltre che i parlamentari del Ncd che hanno capito esattamente come la volonta’ pervicace di colpire Renzi si sia espressa utilizzando il mio nome. Riconfermo la mia fiducia nella Magistratura e nel Capo dello Stato che ne presiede l’organo di autogoverno, conscio che nel nostro Paese la maggioranza dei cittadini rifugge dai metodi illiberali e criminali che mi hanno colpito, innocentemente