La notizia susciterà sicuramente polemiche, al di là dei giudizi di merito che emetterà la magistratura. A Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi accusato di concorso esterno in associazione camorristica e per questo imputato da più di quattro anni e detenuto da due e mezzo in custodia cautelare, è stato impedito di vedere la moglie. Lo ha deciso l gip del Tribunale di Napoli Nord, che ha negato alla moglie dell’ex parlamentare, Marisa Esposito, l’autorizzazione a recarsi nel penitenziario di Terni dove il marito è rinchiuso.

Il motivo? La moglie è imputata in un altro processo, quello sui presunti favoritismi che Cosentino avrebbe ricevuto, mentre era detenuto nel carcere di Secondigliano, da un agente di polizia penitenziaria. Procedimento che vede imputati, ma con rito ordinario, anche l’ex deputato e lo stesso agente. Per il gip unincontro fra Cosentino e la moglie, che non si vedono da ben nove mesi, potrebbe avere riflessi imprevedibili sui procedimenti in corso.

Infuriati i legali di Cosentino, Agostino De Caro e Stefano Montone: «Cosentino può telefonare e scrivere alla moglie ma non può vederla, un controsenso assoluto». Non solo. «Gli incontri in carcere sono i più controllati, essendo video-registrati, e inoltre il gip deve pensare solo ai riflessi sul suo processo, non agli altri procedimenti. Neanche ai boss al 41bis si toglie questo diritto».