Arrivano i rimborsi delle compagnie telefoniche dopo il giochetto delle bollette che duravano 28 giorni. L’aumento sulle bollette è stato dell’8% su base annua. In media le compagnie devono restituire fra i 30 e i 60 euro. Il 12 luglio del 2019 il Consiglio di Stato ha definitivamente bocciato i ricorsi. Ora i pagamenti dovrebbero essere automatici
Ma le società coinvolte potrebbero usare delle scappatoie: occorre fare molta attenzione ai conti.
Le società dovranno allungare le prossime scadenze mensili fino a restituire i giorni sottratti nel passato. Per ciascun cliente si tratta di cifre tra i 30 e i 60 euro. Ma potranno restituire i “giorni erosi” anche in un altro modo: fornendo nuovi servizi ai clienti, a patto che abbiano lo stesso valore economico.
Una scappatoia che va verificata dai consumatori: i nuovi servizi dovranno essere accettati solo se sono davvero utili. In caso di dubbi, meglio avere il ristoro in bolletta.
Cosa fare per evitare di perdere i soldi?
1) Inviare con raccomandata a/r un’intimazione al gestore di sospendere i servizi non concordati e di rimborsare quanto dovuto chiedendo eventualmente anche i danni.
2) Se alla lettera riceve risposta negativa o se non si riceve risposta, fare un tentativo di conciliazione (obbligatoria) al Corecom della propria Regione.
3) Se neanche la conciliazione va a buon fine, fare causa alla società davanti al proprio giudice di pace o presentare istanza di definizione della controversia al proprio Corecom regionale, se abilitato, o direttamente all’Agcom utilizzando il formulario GU14.