Studenti, precari e Cobas migliaia per lo sciopero sociale poi scontri con la polizia blocchi stradali e agenti feriti. Manifestazioni in 60 città: “Siamo centomila in tutta Italia”. Renzi: “Non mi fermo”. Il Papa: “Troppi lavoratori in nero”.
Piazze piene, il giorno dopo l’accordo raggiunto all’interno del Partito democratico sul Jobs act. Sessanta piazze d’Italia in sciopero sociale, social strike nato in una tre giorni romana di settembre tra l’Università La Sapienza e le Officine zero a ridosso della Stazione Tiburtina.
All’iniziativa anti-precarietà si sono subito affiancati i Cobas e successivamente la Fiom di Maurizio Landini, che ieri ha portato sul palco di piazza Duomo, a Milano, il segretario generale Cgil, Susanna Camusso. «Renzi deve parlare con chi lavora, riprenderemo questo Paese, la partita non è chiusa», ha urlato una Camusso accesa tra molti applausi e qualche fischio. Landini: «Il premier è contro i lavoratori, così va a sbattere. Noi andremo fino in fondo». Ma Renzi, con l’alba australiana, ha detto: «Io non mi fermo».