Di Raffaele Vescera
I ripetuti eventi criminali, avvenuti oggi a Piacenza, da noi riportati, che narrano di una città del nord dedita alle truffe assicurative organizzate e di un carabiniere ucciso durante l’inseguimento di un’auto che non si è fermata all’alt, non ci consolano con il detto mal comune mezzo gaudio e non assolvono i problemi criminali del Sud, tuttavia chiariscono alcune cose.
La prima è che la criminalità più o meno organizzata non è affatto un’esclusiva meridionale, conseguente… alla cultura o addirittura al DNA stesso dei meridionali, come leghisti e benpensanti di nordica residenza vogliono lasciar credere.
La seconda è che una scoreggia fatta a Napoli fa più rumore di un bomba esplosa a Milano. Giornali e TV costruiscono interi palinsesti per estendere all’intero popolo del Sud le responsabilità criminali, ignorando la moltitudine di meridionali che contrastano la presenza mafiosa e le troppe complicità dello Stato nel dilagare del fenomeno. Mentre ignorano notizie ben più inquietanti che avvengono al Nord. Lo scopo manifesto è quello di giustificare la minorità del Sud e la differenza di trattamento economico e civile riservata dallo stato italiano verso i suoi abitanti.
La terza è che oggi come ieri i comportamenti criminogeni sono favoriti dagli enormi squilibri sociali e dall’abbandono del territorio e la ghettizzazione degli abitanti dei quartieri poveri, lasciati soli nella disperazione della disoccupazione estesa, massimamente al Sud.
La quarta è che non è più differibile la nascita di un organo di informazione meridionale che ristabilisca la verità. Senza, saremo condannati a restare i capri espiatori di questa sciagurata nazione.