
Cominciamo da oggi un viaggio alla scoperta del Sud. Un viaggio che ci porterà a scoprire le meraviglie ancora poco conosciute del Mezzogiorno e che altrove attirerebbero migliaia di turisti. Un modo per riscoprire le nostre radici e apprezzarle.
Il nostro viaggio verso Sud parte dai Monti Picentini, tra le vette del Monte Terminio (tra le più alte, con 1806 metri) alle valli del Sele o del fiume Tusciano, tra i boschi ricchi di vegetazione e fauna. Un territorio ricco di storia, come le Mura della Civita Ogliara a Serino, (antico campo fortificato longobardo) e di bellezze naturali, come le suggestive grotte carsiche dello Scalandrone. Ma non si possono dimenticare, poi i prodotti d’eccellenza, tutti made in Sud, che sarebbe un peccato non gustare trovandosi da queste parti: dal tartufo ai funghi che crescono abbondanti e pregiati nei sottoboschi di Bagnoli, dalle nocciole di Giffoni o delle campagne avellinesi, fino al peperone quagliettano di Calabritto, la melannurca di San Mango a Piemonte, l’olio extravergine di oliva delle Colline Salernitane D.O.C e una vasta produzione di formaggi e vini.

La prima tappa è al Santuario di San Michele Arcangelo, a Carpineto (detto anche “di Mezzo” perchè costruito a metà della montagna, regalando un bellissimo panorama), dove si trova un’antica grotta su due livelli scavata sia dal lavoro dell’uomo che dai fenomeni carsici e che si ritiene essere il più antico luogo di culto dell’angelo del nostro percorso.

Poi, tra Pisciano e Galvanico si può decidere se tuffarsi nell’area naturalistica di Frassineto tra boschi, strette valli e canaloni, oppure a Penta verso l’Abbazia di Santa Maria delle Grazie, che custodiva un giardino ricco di piante da ogni parte del mondo, tra bambù, cedri del Libano, salici neri, ippocastani e l’antichissima Ginkgo Biloba di origine cinese.

Abbazia di Santa Maria delle Grazie
A Sava (frazione di Baronissi) vale la pena fermarsi per visitare la Villa Romana, una domus nobiliare costruita nel I secolo a.C che conserva dei bellissimi affreschi del XV secolo sulle pareti di tufo, ma soprattutto il Convento francescano della Santissima Trinità che si staglia imponente sulla collina chiamata “monticello”: costruito probabilmente nel Quattrocento è uno dei centri più interessanti della zona sia per la bellezza degli affreschi di Michele Ricciardi e gli intarsi lignei di Nicolò Fumo, maestro del barocco napoletano, ma anche per la biblioteca antica con più di 9000 volumi e diversi manoscritti medievali, l’elegante chiostro, la misteriosa cripta (aperta al pubblico dal 2012) o il silenzioso boschetto ricco di piante officinali.

Sempre sulla stessa direttrice arriviamo a San Mango Piemonte, piccolo regno della melannurca D.O.C (che si festeggia ad ottobre), ma anche meta di tanti fedeli che vanno in pellegrinaggio all’Eremo di San Magno, antica grotta incastonata nel fianco della montagna, che al suo interno custodisce un affresco del 1542 con il santo benedicente. Tracce della fede di San Magno si trovano anche nella chiesa di Santa Maria a Corte, che conserva il reliquiario, o nelle edicole votive in paese.
Subito dopo si intravedono le prime colline di San Cipriano Picentino, sulla cui sommità si staglia il profilo sbreccato, scheggiato e irregolare del Castello di Montevetrano. Un tempo importante fortezza di un castrum romano grazie alla posizione strategica sulla piana del Sele, oggi consumato rudere che conserva ancora un innegabile fascino.

Il Castello di Montevetrano
Ed eccoci a Giffoni Valle Piana, patria dell’omonimo festival cinematografico per ragazzi che si tiene in estate, come delle rinomate nocciole Igp che alimentano un turismo gastronomico importante. Ma Giffoni è anche un centro di profonda cultura religiosa, come testimonia il Convento di San Francesco dominato dal campanile in piperno o Dagli affreschi trecenteschi, o la Chiesa madre che conserva una delle reliquie della Sacra Spina. Radici ancora più lontane, che affondano nel mito, quelle della Chiesa di Santa Maria a Vico, poco distante, che la leggenda vuole sia stata costruita sul tempio dedicato a Giunone Argiva, voluto da Giasone per la conquista del Vello d’oro.
