Fissate le regole, bisognerà riempirle di contenuti. In sintesi, è questo il risultato della Conferenza sul clima di Katowice, chiusa sabato notte. I 196 Paesi partecipanti hanno approvato il Libro delle regole che permetterà all’Accordo di Parigi di diventare esecutivo nel 2020 e impedirà ad alcune nazioni, in primis la Russia, di rifiutare la ratifica proprio adducendo la mancanza di regole chiare. Altro obiettivo: rendere operativo l’accordo di Parigi, siglato nei 2015, che indica l’obiettivo di contenere, prima della fine del secolo, l’aumento medio della temperatura globale entro 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali, con l’intenzione di ridurlo a 1,5 gradi. I Paesi più ricchi hanno concordato di aumentare i finanziamenti per il clima, così da infondere fiducia ai paesi vulnerabili che temono di non riuscire a fronteggiare le minacce del clima. Tutti si sono poi impegnati a monitorare e comunicare i progressi per l’azione sul clima. Per la Commissione Ue quello raggiunto nella Cop24 è «un accordo equilbrato». A livello politico e finanziario, però, il testo finale è denso di promesse e, per ora, povero di cifre concrete. Un complesso set di norme tecniche che stabilisce come i Paesi dovranno misurare le loro emissioni di gas serra e riferire dei progressi compiuti nell’adempiere ai loro impegni sul contenimento della CO2. I Paesi che non invieranno i loro «report» nei tempi stabiliti saranno sottoposti ad un’inchiesta. E’ prevista però una certa flessibilità per i Paesi più vulnerabili o in via di sviluppo, ai quali mancano risorse e know how. La conferenza non ha affrontato il tema chiave sollevato dall’ultimo rapporto dell’Ipcc, l’organo consultivo dell’Onu, secondo cui gli attuali piani d’azione volontari nazionali — le cosiddette «Intended nationally determined contributions» (Indc) — sono inadeguati ad affrontare la sfida climatica- II ministro dell’Ambiente Sergio Costa si è detto soddisfatto dell’esito di Cop24 e ha ribadito che l’Italia «è in linea con gli obbiettivi del 2020 fissati dall’Accordo di Parigi», confermando l’abbandono del carbone nel 2025.