Ora si muove anche il Garante per la Privacy per ottenere la cancellazione dalla rete dei video hard di Tiziana Cantone, la 31enne che si suicidò il 13 settembre scorso nel Napoletano. L’iniziativa è stata assunta dopo il reclamo presentato dalla madre di Tiziana. Il Garante per la protezione dei dati personali ha così avviato le verifiche di competenza chiedendo ai principali motori di ricerca, Google e Yahoo, di giustificare le ragioni per le quali sugli stessi risultino ancora indicizzate pagine sulle quali sono pubblicate immagini o video pornografici associati al nome di Tiziana Cantone.
In particolare, il Garante ha chiesto a Microsoft Corporation Inc., titolare del motore di ricerca Yahoo, e a Google Inc., titolare del motore di ricerca Google, non solo di riscontrare le richieste formulate da Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, ma anche di indicare quali sistemi abbiano usato e quali intendano in futuro utilizzare per la deindicizzazione delle pagine che illegittimamente pubblicano video o immagini pornografiche associandole al nome di Tiziana Cantone. Maria Teresa Giglio, che ha recentemente nominato quale proprio difensore nei procedimenti penali in corso l’avvocato romano Giuseppe Marazzita, è assistita nel procedimento davanti all’Autorità per la protezione dei dati personali dall’amministrativista napoletano Andrea Orefice.
“Il nostro obiettivo è ottenere l’eliminazione dal web di tutte le immagini oscene e di tutti ivideo pornografici che ritraggono la povera Tiziana”, ha commentato l’avvocato Andrea Orefine, legale di Maria Teresa Giglio, madre della 31enne Tiziana Cantone, suicidatasi lo scorso mese di settembre dopo la diffusione sulla rete di alcune sue immagini intime. L’amministrativista, che difende la mamma della 31enne nel procedimento davanti all’Autorità per la protezione dei dati personali, ha aggiunto: “Sappiamo che questo obiettivo sarà molto difficile da raggiungere, anche perché i siti che tuttora pubblicano i video e le immagini incriminati hanno spesso sede in Paesi estranei alla Unione europea, fuori dalla competenza del Garante per la protezione dei dati personali e, in ogni caso, in Paesi nei quali la normativa sulla privacy non assicura ai singoli le medesime garanzie di quella europea. Ad ogni buon conto, raggiungeremmo un risultato straordinario se solo – ha proseguito Orefice – riuscissimo ad ottenere la deindicizzazione dai principali motori di ricerca delle pagine sulle quali si trovano pubblicate le immagini e i video illeciti di Tiziana, giacché ciò li renderebbe di fatto inaccessibili alla utenza comune, che utilizza quotidianamente i principali motori di ricerca per i motivi più disparati, dallo studio alla pura curiosità”. “Siamo fiduciosi nella possibilità che venga condivisa anche dalle Autorità competenti un’interpretazione della normativa di riferimento che riconosca la dovuta centralità ai diritti incomprimibili della persona”, ha concluso il legale.