Un’imponente coreografia ha aperto le Olimpiadi inverali di Sochi. Una dimostrazione di potere a tutti gli effetti per lo “zar” Vladimir Putin, presente in tribuna assieme a numerosi altri capi di Stato, compreso il presidente del Consiglio Enrico Letta. Inno nazionale cantato dal coro dell’Armata rossa (lo stesso, ma con testo diverso, dei tempi dell’ex Urss) e decine di figuranti a rappresentare la bandiera russa sono stati i piatti “forti” dello spettacolo della cerimonia di apertura. Ma non sono mancate sorprese durante la sfilata delle rappresentanze nazionali. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle leggi omofobiche in Russia – culminate in Italia con la richiesta dell’Arcigay al premier di non presenziare alla cerimonia di apertura dei giochi – gli atleti tedeschi hanno esibito durante la parata una divisa multicolore. Decisione che molti osservatori hanno paragonato a una provocazione per rivendicare i diritti degli omosessuali, anche se la tuta non ricorda granché le bandiere arcobaleno della comunità omosessuale. Lo stesso comitato olimpico tedesco, fra l’altro, ha riferito di un omaggio al cane Waldi, mascotte delle tragiche olimpiadi di Monaco 1972. Ma mentre continua ad aleggiare sui giochi lo spettro del terrorismo ceceno, a Istanbul è stato sventato un dirottamento aereo da parte di un cittadino ucraino. L’uomo, poco dopo il decollo, ha chiesto di cambiare rotta e di puntare verso il mar Nero, minacciando il personale di bordo e affermando di avere con sé una bomba. A far “desistere” l’uomo sono stati due caccia, che si sono levati in volo e costretto l’aeromobile, della compagnia ucraina Pegasus Airlines, ad atterrare in un aeroporto periferico della capitale turca.