Di LAURA BERCIOUX
Vesuvio e Campi Flegrei: zone vulcaniche ad alto rischio. Secondo le ultime ricerche soprattutto i Campi Flegrei sembrano rischio eruzione. E’ solo allarmismo o c’è qualche cosa di scientificamente provato? Lo abbiamo chiesto al professor Benedetto De Vivo, Ordinario in Geochimica Ambientale alla Federico II, tra i massimi esperti al mondo del settore.
Prof. De Vivo, secondo alcuni studiosi, una grande bomba di magma è pronta ad esplodere nei Campi Flegrei. Ci spiega quale è il rischio reale?
“Che i Campi Flegrei come il Vesuvio siano dei vulcani attivi-quiescenti, é un fatto oggettivo. Ma quando si dice che siano pronti ad esplodere bisogna intendersi sulla scala dei tempi. L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944. Questo lungo periodo di riposo, anomalo rispetto ai tempi medi di riposo dell’attività recente del Vesuvio (1631-1944), durante il quale si sono verificate 18 eruzioni di bassa energia, potrebbe significare anche che il Vesuvio sia entrato in una fase di riposo, che potrebbe durare anche secoli (come successo molte volte nella storia eruttiva del Vesuvio). Se così non fosse una eruzione potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Il piccolo problema é che la verità la conosceremo solo… dopo che sarà avvenuta l’eruzione”. Il discorso Campi Flegrei é completamente diverso. L’ultima grande, catastrofica eruzione é avvenuta circa 3700 anni fa. Dopo questa eruzione si è verificata solo la piccolissima eruzione del 1538 (che portò alla formazione del Cono di Monte Nuovo). Questa eruzione, prevalentemente di tipo freatica, fu preceduta da un bradisismo positivo con il sollevamento del suolo di circa 17 m. Ma il bradisismo si è verificato tante volte almeno negli ultimi 2000 anni, senza mai dare luogo ad alcuna eruzione. Dare per scontato quindi che il bradisismo annunci una eruzione, secondo un modello che abbiamo pubblicato su GEOLOGY (Bodnar et al., 2007), EARTH SCIENCE REVIEW (Lima et al., 2009) e su LE SCIENZE (De Vivo et al., 2010), é del tutto ingiustificato. Tra l’altro nel nostro modello contestiamo che il fenomeno sia causato da una risalita del magma. Secondo il nostro modello si verifica il contrario. Il bradisismo si verifica in quanto il magma si raffredda sul suo bordo esterno… e con il tempo migra a maggiore profondità, non risale. Sono i fluidi prodotti da questo processo che poi determinano il bradisismo, non il magma in senso stretto che risale! Per dire che sia il magma che risale ci sarebbe bisogno di evidenze, per esempio, geofisiche, che assolutamente non ci sono. Diciamo che si lavora molto su congetture, non dimostrate. Peraltro va spiegato che una cosa sono i tempi geologici (per cui si può dire che in futuro ci possa essere una eruzione tipo per esempio quella di 3700 anni fa), altra cosa sono i tempi umani. E negli ultimi 3700 si é sviluppata tutta la civiltà del mondo Occidentale. Questo non significa che non bisogna preparasi al peggio, approntando piani di Emergenza: bisogna certamente farlo, ma senza allarmismi apocalittici”.
Vesuvio, Campi Flegrei e il Marsilio che si trova in fondo al mare poco distante dalle coste napoletane. Ma nessun piano di evacuazione, secondo alcuni vulcanologi, una specie di ottimismo per esorcizzare una catastrofe. I campi Flegrei sono una bomba all’aria aperta o no?
“Proprio in questi giorni é stato annunciato dall’Assessore alla Protezione Civile della Regione Campania, un Piano di Emergenza anche per i Campi Flegrei, con la definizione della Zona Rossa. Cosa molto opportuna e benvenuta. Ma é strano poi che la stessa Regione Campania sia stia adoperando per lanciare l’ennesimo condono edilizio! Il buon senso detterebbe, che allora in Zona Rossa non si possa usufruire di un condono… invece pare proprio che non sia così. La cosa è quanto meno contraddittoria, se non comica…”
Il Vesuvio è un vulcano vivo e per ora silente. Napoli e provincia sono lì sotto i suoi piedi e a pochi chilometri, si può davvero saperlo in tempo, mi riferisco ad un’eruzione?
“Diciamo che ci sono buone probabilità che Il Vesuvio possa dare dei segnali premonitori che facciano presagire una eruzione. Ma questo é una ipotesi molto ottimistica, che si potrà eventualmente verificare… dopo l’eruzione. In verità si possono verificare anche eruzioni con pochissimo tempo di preavviso (24 ore). Questo é successo per esempio nei vulcani Saint Vincent e Monserrat negli anni 90, e in tanti altri vulcani meno rischiosi del Vesuvio. Con la differenza che alle falde di questi vulcani vivevano circa 10.000 abitanti. Alle falde del Vesuvio a rischio immediato ci sono almeno 800.000 persone, con una viabilità pessima, per cui se si bloccano, con il prima fuggi fuggi, le piccole viuzze intorno al Vesuvio, da lì non scappa più nessuno! La strategia alternativa che propongo da almeno 15 anni é quella di costruire ampie vie di fuga, abbattendo palazzi (con il risarcimento a prezzo di mercato ai proprietari) per consentire alla popolazione di potere mettersi in salvo autonomamente nel giro di 24 ore. Lo si deve fare in pochi anni? Impossibile. Ma visto che il Vesuvio ci sta dando il tempo necessario, se mai si inizia mai si potrà farlo. Per fare questo ci sarebbe bisogno di un movimento intellettuale, come quello promosso da Matilde Serao per lo sventramento di Napoli di fine 800. Si assiste invece a rassicurazioni date da scienziati che possono avere un valore politico, ma ben poco di scientifico. Tra l’altro bisogna rimarcare che in questo scenario si sta costruendo il più grande Ospedale del Sud, in piena Zona del Vesuvio, dando un pessimo esempio proprio a quei cittadini che imperterriti continuano a costruire le proprie abitazioni (spesso abusive) proprio in Zona Rossa. D’altronde come si fa a convincere dei cittadini che devono delocalizzarsi rispetto alla Zona Rossa se le Istituzioni costruiscono proprio in Zona Rossa un siffatto Ospedale? Il tutto tenendo presente che in Zona Rossa negli ultimi 40 anni i vani sono passati da circa 400.000 agli attuali circa 800.000, con un condono edilizio in arrivo!”.