Il successo non è una strada in pianura o, almeno, non lo è sul lungo periodo. Storie di imprenditori che hanno imparato dai propri errori e hanno saputo superarli.
Gli imprenditori di successo, ma anche personaggi storici o famosi nel mondo dell’arte e dello spettacolo, sanno bene che la vita è fatta di alti e bassi.
Alcune di queste storie ci aiutano a capire che solo con l’impegno, la passione e un pizzico di fortuna si riescono a superare i momenti bui e rilanciare la propria attività (e, di conseguenza, la propria immagine). Nomi come Adriano Olivetti, Marco Tronchetti Provera e Leonardo Del Vecchio non vi dicono niente? Vediamo velocemente insieme le loro biografie imprenditoriali.
Adriano Olivetti è stata una figura positiva nella storia dell’imprenditoria italiana. Quando inizia la sua prima esperienza personale presso l’azienda del padre, come operaio, ha modo di capire la vita reale dei lavoratori. Più avanti dirà “‘Una tortura per lo spirito, stavo imprigionato per delle ore che non finivano mai, nel nero e nel buio di una vecchia officina”. Da questa esperienza ne trae che “occorre capire il nero di un lunedì nella vita di un operaio. Altrimenti non si può fare il mestiere di manager, non si può dirigere se non si sa che cosa fanno gli altri”.
E, in effetti, la grande sensibilità è stato uno dei punti forza del successo di Olivetti nel mondo, senza chiaramente trascurare l’innovazione e la necessità di stare a passa con i tempi.
Certo, anche quest’uomo aveva dalla sua mancanze, ad esempio, a differenza di altri imprenditori, non aveva una buona conoscenza del campo finanziario, forse proprio per via del suo carattere meno incline al materialismo.
La crisi più grande della sua carriera è dovuta a un problema di sovrapproduzione, ma decide di superare questo momento non chiudendo le fabbriche, bensì licenziando i due direttori che volevano mandare a casa 500 operai. Per superare questa fase, inoltre, assume 700 venditori e punta tutto sulla loro formazione.
La carriera di Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, è stata caratterizzata dalla sua formazione, dalla voglia di essere sempre un passo avanti rispetto ai tempi e dal coraggio. Diventa CEO del Gruppo Milanese nel 1992, quando Leopoldo Pirelli decide di dimettersi, negli anni seguenti riesce a recuperare la redditività perduta per via del fallimento della scalata a Continental.
A inizio del 2000, con le spalle larghe per via del successo in Pirelli, Provera si lancia in una nuova avventura, in un altro dei colossi italiani: Telecom Italia. Certo, questa operazione ha portato anche a un grande debito, ma l’AD di Pirelli ha capito come uscire da questa crisi: rilanciare il core business dell’azienda milanese e promuovere l’internalizzazione.
Immaginiamo che un altro momento cruciale della carriera di Provera sia arrivato con la vendita del 65% di Pirelli alla Chemchina, con conseguente delisting.
Ma in soli due anni, il grande gruppo della Bicocca è riuscito a ritornare a Piazza Affari con la parte “consumer”, vale a dire i pneumatici per auto. In questo momento Pirelli si caratterizza come “pure consumer tyre company”, “posizionata sui segmenti tecnologicamente più avanzati e ad alta crescita e redditività, come i pneumatici per le auto di lusso e quelli da 18 pollici in su”.
Il terzo imprenditore di cui vogliamo parlarvi è Leonardo Del Vecchio, proprietario del marchio Luxottica, leader mondiale nel settore di lenti e occhiali.
Il 1 gennaio 2017 Luxottica ha annunciato la sua fusione con il gruppo francese Essilor, specializzato nella produzione di lenti oftalmiche. Prima di arrivare a creare questa nuova holding, Essilor Luxottica, Leonardo del Vecchio ha avuto momenti di alti e bassi, come la crisi della governance del 2014, ma ciò che più colpisce è il percorso che lo ha portato a diventare il presidente di una delle più grandi aziende a livello mondiale.
Leonardo del Vecchio è quello che viene descritto come “un uomo che si è fatto da solo”, che ha iniziato il suo percorso senza avere niente, neanche una famiglia ricca alle spalle. Al contrario, Del Vecchio, orfano di padre, è cresciuto al collegio dei Martinitt. Terminata la terza media, inizia a lavorare come garzone in una fabbrica di ricambi automobilistici. In questo stesso stabilimento, per sua fortuna, si producono anche montature per gli occhiali. Si appassione a questo campo e, spinto anche dai suoi datori di lavoro, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera, per studiare design e incisione.
A 23 anni apre una piccola bottega, dopo soli 3 anni diventa Luxottica s.a.s, e realizza piccole parti metalliche con occhiali, vantando già 14 dipendenti.
L’azienda Luxottica va avanti spedita, Del Vecchio ha 36 anni quando decide di non produrre più per terzi e inizia a commercializzare occhiali completi. In pochi anni Luxottica viene conosciuta anche all’estero, nel 1990 viene quotata alla Borsa di New York. Dopo soli 5 anni, diventa il principale produttore e distributore di occhiali a livello mondiale.
Attualmente Luxottica dà lavoro a quasi 78.000 persone e ha 7.000 punti vendita.