Non si ferma ancora la curva del contagio. Le misure assunte dal governo faranno sentire i prorpi effetti solo fra qualche giorno. Ma, nel frattempo, dobbiamo abituarci all’impennata dei malati da Covd-19. Il numero dei contagiati è salito ieri a 20603 persone, di cui circa il 50% è asintomatico, senza bisogno di ricovero. In terapia intensiva ci sono, invece, 1672 pazienti. Continuano anche i trasferimenti dalla Lombardia, la regione al momento più colpita, verso le terapie Intensive di altre aree. Aumento record anche del numero dei decessi, che ora si attestano a 1809 dall’inizio dell’emergenza. Ma sale anche quello dei guariti: 369 persone in un solo giorno. Sono 2335 le persone che hanno sconfitto il coronavirus. “Gli altri paesi europei – fa sapere il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro – stanno adottando le nostre stesse misure. Sono quelle che oggi, in qualche modo, conosciamo come le più efficaci nel modificare la curva. Confidiamo che il fatto che anche altri paesi in Europa le adottino, affinchè si possa creare un’azione sinergica”. Chiede, invece, il rispetto rigoroso delle regole, anche nelle aree dove apparentemente vi sono meno contagi, il numero uno della Protezione Civile, Angelo Borrelli. “Uscire soltanto per esigenze lavorative, per cure mediche o per fare la spesa”. Domani, a Roma, sarà operativo il campus-2 del Columbus, che si affianca nella gestione dell’emergenza nel Lazio, all’ospedale Spallanzani.
La Valle d’Aosta, intanto, vieta l’ingresso ai non residenti. Mentre il premier Conte assicura massima attenzione per la Lombardia dove, a brevissimo, arriveranno nuovi dispositivi di sicurezza per il personale medico. “La nostra attenzione per questa regione è massima – fa sapere Conte, cercando di mandare segnali rassicuranti dopo le tensioni tra regione e protezione civile sulla realizzazione di un nuovo ospedale nell’area dell’ex fiera e la nomina a consulente dell’ex numero uno della Protezione Civile, Guido Bertolaso. “Il governo – annuncia Conte – si impegna a procurare in tempi brevissimi i dispositivi di protezione adeguati, come le mascherine per chi lavora negli ospedale”. Il premier ha anche telefonato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, esprimendo vicinanza a chi ci lavora e a tutta la città. Da Palazzo Chigi arriva anche un nuovo appello alla responsabilità. Tutti gli spostamenti vanno limitati ai soli motivi essenziali: lavoro, salute, situazione di necessità. Chi lavora o studia in una regione diversa da dove si trova alla propria famiglia, deve restare dov’è. Non si possono bloccare tutti i trasporti – spiegano da Palazzo Chigi – altrimenti non si riuscirebbero a garantire i servizi essenziali. Ma serve uno sforzo in più da parte di tutti: i viaggi vanno evitati. Per ridurre gli spostamenti non necessari i treni notturni sono stati soppressi.