Franco Maresco, regista di “Belluscone”, non è andato alla prima a Venezia. Eppure la sua ultima fatica è stata accolta con un grande successo di pubblico e di critica. Un applauso finale da standing ovation e che premia il regista siciliano. Da alcune dichiarazioni alla stampa abbiamo appreso che Maresco non è a Venezia per problemi legati alla famiglia e anche perché non ama la folla, le foto, i cellulari. Ma il suo Belluscone è stato accolto alla grande. Nel film il regista ricostruisce i legami tra Silvio Berlusconi e la Sicilia, tra feste popolari come quelle che si tengono a Brancaccio e il suo partito, Forza Italia. E poi i cantanti, i neomelodici.
Il critico Tatti Sanguineti attraversa Palermo, incontra l’impresario Ciccio Mira o il cantante Erik (autore della canzone “Vorrei conoscere Berlusconi”), alla scoperta del legame tra il leader di Forza Italia con la Sicilia.
“Belluscone. Una storia siciliana”, sul Ventennio berlusconiano raccontato dalla sua roccaforte più fedele, la Sicilia, che allo statista di Arcore ha offerto il presidente del Senato, il ministro della Giustizia, il capo dei senatori azzurri, numerosi ministri e soprattutto la vittoria elettorale del 2001 con il famoso “61 a 0”. Dai misteri delle origini della fortuna economica alle dichiarazioni di fedeltà assoluta ad un progetto di trasformazione del Paese, “Belluscone” raccoglie le testimonianze inedite dei grandi accusatori, da Antonio Ingroia, Gioacchino Genchi e Peter Gomez a quelle dei fedelissimi, da Marcello Dell’Utri a Gianfranco Miccichè, tasselli di un puzzle sarcastico ed ironico nello stile tradizionale del padre di Cinico Tv. ( www.bellusconeilfilm.it )
Tra i personaggi – c’è anche Marcello Dell’Utri seduto su un trono e proprio quando sta per affrontare domande scomode l’audio smette di funzionare – e le loro risposte, si ride dell’ingenuità, della riluttanza – “la mafia?” – dell’ignoranza, del kitsch, ma la riflessione finale è terribile: ad aver dimenticato Falcone e Borsellino non sono solo i quartieri popolari sedotti da Berlusconi, ma giovani eleganti, disinvolti, che frequentano locali alla moda: i borghesi di Palermo.E’ stato girato tanto materiale che sarà frutto di un documentario dove sentiremo parlare i fedelissimi di Berlusconi e i suoi nemici. E’la storia di una sconfitta, quella del regista e quella del nostro Paese.
Maresco assiste al suo trionfo dalla sua Palermo e ci ha regalato un film ironico, dal riso amaro. Anche se a Venezia non è sbarcato, ha già vinto.