“Una grave ingiustizia che colpisce il Sud”. Lo sottolinea il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta e al ministro dell’Istruzione Universita’ e Ricerca Maria Chiara Carrozza in merito alla ”preoccupante situazione relativa alla gestione del turnover del personale delle Universita’ statali pugliesi e, piu’ in generale, meridionali”. “I decreti attuativi del Miur di attribuzione di punti organico e del Fondo di finanziamento ordinario – scrive Vendola – non tengono in alcun conto le cessazioni intervenute nelle singole Universita’ nei periodi precedenti, ma ripartiscono i punti organico spalmandole sul ‘sistema delle universita’ statali’, grazie ad una norma, il comma 13/bis, inserita nel 2012 all’art. 66 del Decreto Legge 112/2008, convertito in Legge”. ”L’effetto concreto, per quanto riguarda gli Atenei pugliesi, – evidenzia Vendola – consiste nel fatto che gli stessi possono assumere in una percentuale irrisoria rispetto alle quote agli stessi singolarmente spettanti (50% o 20% a seconda dei casi), invece previste nel precedente comma 13, stesso Decreto, per il triennio 2009-2011 e di cui taluni Atenei pugliesi, per altre vicende, non si sono neppure potuti giovare”. Secondo il presidente della Regione Puglia “con criteri discrezionali, e che non tengono conto delle realta’ locali e della deprivazione insistente nelle stesse, gli Atenei pugliesi si trovano in serissime difficolta’ nella erogazione dei servizi istituzionali”. Vendola ha poi rammentato al presidente Letta “che a breve usciranno gli elenchi di coloro che saranno risultati idonei nelle procedure di abilitazione nazionale. La mancanza di fatto di punti organico impedira’ agli Atenei pugliesi di poter assumere i propri migliori scienziati e docenti, il cui costo corrisponderebbe solo al cosiddetto delta (0.2 per gli associati, 0.3 per gli ordinari). La possibilita’ di poter scegliere i migliori scienziati e docenti ci e’ di fatto preclusa a causa dell’esiguita’ del contingente assunzionale destinato agli atenei pugliesi”. Di contro, invece, alcuni Atenei ”si ritroveranno ad avere un surplus di punti organico che potranno utilizzare per chiamare i migliori scienziati e docenti, e i nostri in particolare. L’effetto che si verrebbe a determinare nel giro di pochissimi anni se non si dovesse porre immediatamente rimedio a questa pericolosa deriva, sara’ quello di costringere alcuni Atenei meridionali alla chiusura o in alternativa determinarne un declassamento ad Universita’ di serie B”.
“Ritengo – conclude Vendola nella missiva – e con me tutta la comunita’ accademica pugliese, che non puoi lasciare cosi’ inalterata la situazione e che vorrai mettere in campo ogni possibile iniziativa per evitare riparti cosi’ punitivi delle realta’ territoriali piu’ svantaggiate”. Il presidente della Regione Puglia, con una seconda lettera, ha poi informato tutti i parlamentari pugliesi di aver scritto a Letta. “Si tratta – si legge nella nota ai deputati e senatori della Puglia – di una vicenda di assoluto interesse pubblico, perche’ nessuna comunita’ puo’ tutelarsi e competere senza un investimento strategico in istruzione, alta formazione e ricerca. Con queste norme si condanna il sistema universitario meridionale ad un destino di marginalita’ ed insignificanza. Il Parlamento puo’ e deve, a nostro avviso, correggere cio’ che rappresenta un errore rilevante, ma anche una grave ingiustizia che colpisce il Sud”.