DASETTEMBRE per i lattanti pugliesi, come per quelli lucani, primi in Italia, vaccino gratis anche contro la meningite B, il tipo più diffuso (60%) tra i casi di meningite in generale: specie nel primo anno di vita ma anche in adolescenza. Prima dose ai due mesi, poi altre 3 dosi nei mesi successivi.
«Si completa così la copertura vaccinale contro tutti i ceppi della meningite», ha puntualizzato recentemente nella presentazione a Bari Elena Gentile, assessore pugliese uscente alle politiche della Salute e al Welfare, neoparlamentare europea. «Come obiettivo di sanità
pubblica puntiamo al tasso zero d’infezione da meningococco. Ora c’è da farlo capire alle famiglie». In Italia, dove l’anno scorso sono nati più di mezzo milione di bambini, fortunatamente l’incidenza della meningite è molto bassa. Nel 2012, secondo il Sistema informativo delle malattie infettive, ci sono stati 132 casi.
Dati per vari motivi sottostimati rispetto alla reale diffusione, osserva Chiara Azzari, direttore Clinica Pediatrica all’ospedale Meyer di Firenze: «Molti casi non vengono segnalati, altri non vengono riconosciuti perché invece dei test di biologia molecolare si utilizzano ancora metodi superati come la coltura».
Certo è che quando l’infezione colpisce, trasmettendosi per via aerea e aggredendo la membrana del cervello, le conseguenze sono molto gravi, in alcuni casi fatali. «I sintomi possono essere confusi all’inizio con quelli di un’influenza: febbre alta tra 39 e 40, accompagnata poi da
convulsioni, fino al coma – spiega Ruggero Piazzolla, pediatra di famiglia, segretario regionale Fimp, Federazione Italiana Medici Pediatri – Rischio di morte improvvisa, soprattutto tra i bambini colpiti nel primo anno di vita, e quelli che sopravvivono possono avere gravi complicanze e invalidità permanenti come amputazione degli arti, sordità, ritardo mentale, paralisi e ictus». «Si tratta di rispettare
innanzitutto il valore della vita, a parte il fatto che solo nel primo anno un bambino con esiti di meningite costa alla sanità pubblica 300mila euro», sottolinea Alberto Villani, Direttore dell’unità di Pediatria Generale, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, vicepresidente della
Società di Pediatria, Sip: «Questo vaccino è un’arma per salvare la vita, attualmente l’unica. Ed è un orgoglio italiano: è stato messo a punto sotto la guida del professor Rino Rappuoli dopo 20 anni di studio (a Siena presso la Novartis vaccine) con una tecnica innovativa, la reverse
vaccinology, partendo dal genoma del batterio».