Uzbeko, 39 anni, muratore, padre di quattro figli. E’ questo l’identikit dell’uomo arrestato ieri e ritenuto dalla Polizia svedese l’autore dell’attentato in cui sono state uccise 4 persone a Stoccolma. Trascorso il primo giorno dall’attacco, con un camion, nel centro della capitale svedese, comincia a delinearsi il profilo dell’uomo il cui fermo immagine era immediatamente circolato, anche sui social network, con indosso felpa grigia con cappuccio nero, giacca verde e scarpe da ginnastica bianche. Il vice procuratore capo, Hans Ihrman, ha confermato che l’uomo arrestato è un cittadino uzbeko di 39 anni, mentre il capo della polizia nazionale, Dan Eliasson, si è detto “convinto” che sia la “persona giusta”.
In Italia dall’inizio dell’anno sono state decretate 32 espulsioni preventive. “Si tratta di uno strumento preziosissimo perché consente di ‘colpire’ la radicalizzazione prima che possa trasformarsi in compiuta progettualità terroristica”, dice il ministro dell’Interno Marco Minniti al Corriere della Sera, annunciando che “sarà espulso chi si radicalizza”. “L’integrazione è decisiva – spiega – . L’accoglienza ha un limite proprio nella capacità di integrare”. E “le espulsioni sono strumenti preziosi di prevenzione perché colpiscono chi si radicalizza”. Quindi “agiremo insieme a Mosca per l’interesse comune. Cooperare contro il terrorismo è cruciale”.