”Non e’ una lotta dei rettori, dei docenti, degli studenti o dei lavoratori precari. E’ una lotta per il Sud: se viene ucciso il nostro sistema universitario non abbiamo chance, non c’e’ futuro”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, oggi al termine dell’incontro con i rettori delle universita’ pugliesi, sul decreto che assegna le risorse per le assunzioni del personale universitario e che penalizzerebbe gli atenei del Sud. Per Vendola, ”l’economia puo’ essere rimessa in piedi soltanto se si investe sulla formazione e sull’alta formazione, sull’innovazione e sulla ricerca”, ma ”noi siamo di fronte a un fatto incredibile: nel momento in cui la crisi economica produce a getto continuo sempre piu’ poverta’ – ha rilevato – la poverta’ diventa una colpa, viene stigmatizzata, si da’ meno ossigeno a chi e’ in apnea dal punto di vista sociale”. ”Noi – ha rimarcato – ci ribelliamo”. “I rettori delle universita’ pugliesi – ha continuato Vendola – mi hanno rappresentato la preoccupazione di una deriva drammatica. Il sistema universitario in tutto il Mezzogiorno d’Italia rischia di essere travolto da scelte della legge di stabilita’, che hanno il sapore di una conferma di politiche che hanno svantaggiato questa parte del Paese”. “Noi – ha rilevato – vediamo penalizzata la poverta’. Il fatto che questa poverta’ venga penalizzata e diventi un parametro per quanto riguarda le risorse da assegnare, sia in termini di risorse economiche sia in termini di posti di lavoro, di reclutamento, di piante organiche, e’ insopportabile”. “Siamo di fronte – ha concluso – al rischio di una lesione del diritto allo studio, di una lesione del diritto alla salute. Perche’ se vanno via 300 studenti dall’universita’ di Bari e l’universita’ ne puo’ reclutare soltanto 15 come e’ accaduto, vuol dire che saltano anche docenze universitarie legate anche alla vita del Policlinico”.