Il post al sole di oggi viene dal profilo facebook di Davide D’Errico. E’ stato postato il 16 maggio del 2020, e riguarda l’episodio di bullismo consumato da un gruppo di ragazzini del Vomero accanitisi contro un loro coetaneo.

Eccolo:

“Nel mio quartiere un gruppo di ragazzini ha picchiato violentemente e senza motivo un ragazzino di 15 anni.

Si sono filmati, perché quel video, quei pugni in faccia, quei calci nello stomaco per loro erano un premio da esibire sui gruppi wpp o sui social. Ne ridevano in branco.

“Hai filmato tutto?” chiedeva uno.

Ora sono stati riconosciuti e denunciati.
Se ne assumeranno le conseguenze loro e le loro famiglie e per questo si è mobilitato tutto il quartiere, ma diciamocelo: non basta.

Se continuate a considerare normale gli insulti razzisti quissù, se continuate a commentare le riflessioni degli altri con insulti come “zecca” o “negro” o “troia”, se condividete il pregiudizio verso chi è diverso, siete voi stessi a legittimare i vostri figli alla violenza. Prima di pensiero, poi verbale. Poi inevitabilmente anche fisica.

Adesso anche basta.
Assumiamoci la nostra responsabilità.

Di quello che scriviamo, di quello che condividiamo, di quello che mostriamo. Tutti”.

 

Ma Davide D’Errico merita di essere segnalato anche per altre attività di comunicazione centrate su interventi in video, sempre efficaci.

“Da piccino – dice presentandosi con un simpatico profilo biografico – ho fatto il boy scout. Mi chiamavano lupetto. Foulard, molletta e zaino in spalla per esplorare la natura e imparare ad accendere fuochi e a giocare in squadra”.

Da adolescente entra in seminario. Spinto dal desiderio di fare qualcosa per gli altri accarezza l’idea di donare la vita come missionario. “Poi –confessa -, come succede a tutti gli adolescenti, mi sono innamorato di una ragazza che mi ha rubato il cuore. E anche di un progetto che mi avrebbe portato al Rione Sanità”.

Nel 2010 Davide ha 18 anni. In quell’anno Napoli è nel pieno dell’emergenza rifiuti.
“Se scrivevi “NAPOLI” su Google – rammenta – appariva l’immagine del sacchetto dell’immondizia invece di quella del Golfo o del Vesuvio”.

Invece di andare via dalla sua città, fonda una piccola associazione di volontariato, “Adda Passà ‘a Nuttata”, che oggi è la ONLUS più giovane della città e gestisce 3 beni confiscati alla Camorra al Rione Sanità.

E oggi? Si definisce un imprenditore sociale e un giurista. Un comunicatore.

Per noi del Sudonline, Davide è anzitutto un divulgatore del Bello e del Buono che c’è a Napoli. Un blogger della napoletanità migliore, più positiva. Perciò vale la pena tenere d’occhio le sue performance sotto controllo.

Eccone qui di seguito un ottimo esempio

http://www.facebook.com/uncertodavide/videos/553698715284686/

a cura di Maria Cava