A chiedere risposte e chiarimenti dalla Cancellieri sono state un po’ tutte le forze di opposizione, ma anche qualcuna di maggioranza. Dopo la pubblicazione di stralci di un verbale riguardante il suo interrogatorio alla procura di Torino sul presunto intervento a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti, i membri della commissione Giustizia del M5S hanno chiesto al ministro di smentire la notizia. “Diversamente – si legge in una nota del M5S -, nel caso in cui, quindi, abbia effettivamente fatto pressione sul Dap per la scarcerazione di un detenuto eccellente, il Ministro deve assumersi le proprie responsabilità e rassegnare immediatamente le dimissioni da Guardasigilli”. Altrettanto duro il commento della Lega. “Ti chiami Ligresti? Allora arriva l’aiutino del ministro della Giustizia – ha dichiarato Massimo Bitonci, capogruppo del Carroccio al Senato – . Quello che oggi pubblicano alcuni giornali sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti è di una gravità inaudita. Il fatto che il ministro Cancellieri abbia ‘sensibilizzato’, come per altro ha pure ammesso, i due vice capi dipartimento del Dap dopo aver ricevuto al richiesta di aiuto da parte dello zio ha davvero dell’incredibile. Fatto sta che da quella segnalazione si muove tutta la macchina che porterà alla scarcerazione di Giulia dopo appena 11 giorni”.
“Mi chiedo – si è domandato ancora Bitonci – se il Guardasigilli si attivi con la stessa solerzia per ogni detenuto che soffre di anoressia, depressione o simili. Mi chiedo dove sia finito il senso dell’etica o della giustizia in un Paese dove se conosci il ministro ricevi l’aiutino extra. Il ministro riferisca in Aula al Senato su quanto accaduto e spieghi a tutti i cittadini se quelli che possono vantare la sua amicizia sono un pochino più uguali degli altri”. “L’intervento del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti per anoressia – hanno affermato i senatori di Sinistra Ecologia e Libertà Loredana De Petris, presidente del Gruppo Misto-Sel e Peppe De Cristofaro -, presenta aspetti molto discutibili e inquietanti che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario”. “Non abbiamo nulla da eccepire sulla scarcerazione di una detenuta, oltretutto in stato di carcerazione preventiva, perché malata o anoressica. Pensiamo anzi che troppo spesso il nostro sistema carcerario ignori situazioni nelle quali sarebbe invece urgente intervenire. Troviamo invece grave che l’intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica detenuta eccellente. Per questo – hanno concluso i due senatori di Sel – riteniamo necessario che il ministro si presenti al più preso nell’aula del Senato per riferire e chiarire al di là di ogni ragionevole dubbio questa vicenda”.
Anche Scelta Civica ha espresso perplessità sulla vicenda. “Quanto emerso oggi da indiscrezioni sulla stampa in merito all’intervento del Ministro Cancellieri per la scarcerazione di Giulia Ligresti – ha dichiarato in una nota il deputato centrista Gianfranco Librandi – rende necessario un chiarimento direttamente alle Camere da parte dello stesso Guardasigilli. Vanno infatti da subito fugati dubbi sul fatto che vi siano state disparità di trattamento nei confronti di altri detenuti che abbiano fatto richiesta di scarcerazione per motivi di salute”. Tra le poche voci in difesa di Cancellieri quella di Luigi Manconi. “Di fronte a una detenuta che rifiuta di nutrirsi è buona prassi e indice di una elevata sensibilità istituzionale e umana, il che non guasta, attivarsi per capirne le ragioni e verificare che non stia maturando una incompatibilità con lo stato di detenzione – ha affermato il senatore del Partito Democratico Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama -. Questo ha fatto, opportunamente, il ministro Cancellieri. E questo hanno fatto, opportunamente, i funzionari dell’Amministrazione penitenziaria e i sanitari che hanno valutato del caso. Analogo comportamento è stato adottato in passato a favore di detenuti privi di nomi e cognomi importanti – ha concluso Manconi – che si trovavano in condizioni simili: e mi auguro che così sempre venga fatto”.