Ergastolo per omicidio doloso, aggravato dal rapporto di coniugi e dai maltrattamenti, per Carmine d’Aponte che il 19 ottobre di due anni fa assassinò la moglie Stefania Formicola, 28 anni, madre di due bambini. Stefania, stanca e disperata dalle continue liti e anche dalle minacce e maltrattamenti da parte del marito, voleva separarsi. E fu proprio l’ennesima richiesta di chiarimenti che fece sì che Stefania, sempre disponibile, salisse a bordo dell’auto del marito che a freddo, all’altezza di Sant’Antimo, con un colpo di pistola a distanza ravvicinata, la uccide.
La sentenza, con rito abbreviato, è stata emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Napoli nord Daniele Grunieri, che ha confermato le richieste dell’accusa, rappresentato in giudizio dal PM Fabio Sozio e dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco.
A D’Aponte è stata sottratta la patria potestà dei bimbi di Stefania, già affidati dal tribunale dei minori ai nonni materni. Attraverso gli avvocati e la consulenza della criminologa Antonella Formicola, zia di Stefania, chiederanno in base alla recente legge sul femminicidio, il cambio di cognome attribuendo ai bimbi quello della madre.