Sono circa le 5 del mattino quando l’appuntato dei Carabinieri, Luigi Capasso, al termine del turno di servizio a Velletri, si dirige a Cisterna di Latina, in via collina dei Pini, sotto la casa della moglie Antonietta Gargiulo, dalla quale si sta separando.
La blocchi in garage mentre sta per andare al lavoro in uno stabilimento che produce surgelati. Forse al culmine di una lite, Capasso impugna la pistola di ordinanza e spara tre o quattro colpi. I vicini di casa si precipitano, chiamano i soccorsi, Antonietta viene trasportata in eliambulanza al San Camillo di Roma.
Intanto Capasso, prendendo le chiavi dalla borsa della moglie, sale in casa dove ci sono le sue due bambine: Alessia 14 anni e Martina 8 anni, che stanno dormendo. Si barrica nell’appartamento: arrivano sul posto i carabinieri. Comincia una trattativa che dura per tutta la mattina. Si cerca di convincere Capasso a consegnare e liberare le piccole, di cui nessuno dei vicini riesci a sentire le voci.
Di tanto in tanto, l’uomo si affaccia dal balcone, per parlare con i negoziatori. Dopo le 13 Capasso non risponde più. E, poco dopo, i carabinieri fanno irruzione: il tragico epilogo davanti ai loro occhi, la scena tanto temuta di due bambini senza vita uccisi forse già intorno alle 6:00 del mattino. La figlia maggiore, Alessia, riversa a terra nella cameretta, si potrebbe essere svegliata accorgendosi di quello che stava accadendo. La più piccola, Martina, invece nel lettone della mamma: per lei il colpo fatale potrebbe essere arrivato nel sonno.
Poco lontano, a terra, il corpo senza vita Luigi Capasso