C’è un presepe davvero da non perdere a Napoli, quello che si trova nell’ospedale Incurabili,uno dei più antichi e famosi del Regno delle due Sicilie. Un presepe talmente originale che ha conquistato perfino la prestigiosa università americana di Harvard: l’anno scorso, nell’introduzione dell’anno accademico, si è fatto riferimento proprio ai pastori presenti nel Museo della medicina che ha da poco aperto i battenti nell’ospedale, proprio accanto alla famosa Farmacia degli Incurabili.

Deformità vistose che spesso suscitavano ilarità e curiosità nei contemporanei, ma anche autentici handicap che limitavano la qualità e la lunghezza della vita nel ‘700: uno spaccato sanitario nel presepe napoletano di notevole valore nosologico ed epidemiologico. La rappresentazione del male non era risparmiata ai pastori e ciò, forse, anche per esorcizzare le malattie e le epidemie.

Guaritori improvvisati, ciarlatani girovaghi e monaci speziali rappresentano l’origine delle professioni sanitarie. Questa esposizione rientra nella nuova linea di raccolta del museo sulla rappresentazione della malattia negli ex-voto, nelle arti figurative e nel presepe.
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La rappresentazione della malattia, della “diversità”, della deformità esorcizza il male. Nel tradizionale presepe napoletano il pastore malato
non chiede la grazia per guarire ma esiste in quanto rappresentazione della società reale del ‘700.
Figure e stereotipi anomali hanno reso celebre la collezione di San martino di pastori malati: sciancati, scartellati, uallarosi, gozzuti, appestati..