“La scure cade più pesantemente sulla voce più ampia e ‘aggredibile’ della spending review: i tagli per beni e servizi acquistati dallo Stato subiranno riduzioni per 10,3 miliardi nei prossimi tre anni”. Lo scrive LA REPUBBLICA, che prosegue: “Il secondo posto in classifica è occupato dai trasferimenti alle imprese, la vecchia ricognizione del piano Giavazzi: tra quelli dello Stato centrale e quelli regionali complessivamente 6,6 miliardi in tre anni. Non scherza la Difesa, dove non è ancora dato a sapere se gli F-35 faranno parte del pacchetto: è chiaro comunque che da oggi al 2016 le ‘stellette’ dovranno pensare a mettere sul tavolo 2,6 miliardi. Altre sforbiciate ingenti arriveranno dalle ‘sinergie ‘ tra i cinque corpi di polizia italiani e dalla eliminazione delle sovrapposizioni (come individuava il piano Giarda): 2,4 miliardi. Gli stipendi dei dirigenti dello Stato contribuiranno con 1,7 miliardi con tagli dall’8 al 12 per cento.
Mentre il trasporto ferroviario e le partecipate locali (compreso il trasporto pubblico) contribuiranno per ben 5,5 miliardi. Nel mirino anche la lobby dei Tir, i giganti della strada che beneficiano di ingenti sovvenzioni. Inoltre ci sono 3,1 miliardi dal patto per la salute: terreno scivoloso. Infine anche una citazione per l’ultimo dei commissari alla spending review ‘Mr.Forbici ‘ Enrico Bondi: 600 milioni per il piano ‘città stellate’ che prevede di ridurre l’illuminazione dei centri urbani e che allora suscitò più di una polemica. (…). Le settanta slide consegnate a Renzi e Delrio, che si occuperanno dell’operazione tagli, corredate da una mega-tabella, pubblicata ieri dal ‘Tempo’ di Roma e confermata da Palazzo Chigi, prevedono un intervento complessivo triennale per 33,9 miliardi a regime. Solo per quest’anno sono previsti tagli da 7 miliardi (quelli chiesti da Renzi a Cottarelli) ma già amputati dagli 1,4 miliardi previsti solo per il 2014 per il contributo sulle pensioni che il presidente del Consiglio ha escluso parlando l’altro giorno a ‘Porta a porta’. (…) L’intervento più delicato è quello che riguarda le pensioni. Nel mirino della spending review, ‘versione’ Cottarelli, c’è un po’ di tutto (tranne l’elevazione dell’età pensionabile, già compiuta dalla Fornero). La misura che interessala platea più ampia e generalizzata è quella sulle donne: un anno in più di contributi (da 41 a 42) per andare in pensione di anzianità senza il vincolo dell’età anagrafica allineando il sistema a quello degli uomini. Un intervento di ‘genere’ che darà 1,7 miliardi in tre anni. (…) Le Ferrovie sono nel mirino. Secondo le slide della spending review i trasferimenti dello Stato italiano sono del 55 per cento superiori alla media europea. Dunque, tagliare: 300 milioni già da quest’anno. Circa 2,4 a regime nel 2016. Sotto il tritacarne della spending review anche le partecipate locali: un mondo si almeno 4.000 enti e società, con un numero immenso di consigli di amministrazione, spesso inutili. Da quest’anno 100 milioni, ma a regime 3,1 miliardi. Nel pacchetto anche il trasporto pubblico locale, cioè ferrovie regionali e municipalizzate. (…) Per le auto blu sono già partite le lettere ad alcuni ministeri per mettere immediatamente all’asta 150 veicoli (insieme alle consulenze dovrebbero dare 600 milioni in tre anni e 100 milioni sull’unghia). Dai costi della politica, centrali e decentrati, la tabella-Cottarelli conta di poter mettere insieme circa 3 miliardi a regime ma 400 milioni fin da quest’anno. Un taglio netto dovrebbe arrivare anche alla cosiddetta legge mancia (microstanziamenti affidati al Parlamento): 600 milioni in meno in tre anni”.
Sul CORRIERE DELLA SERA il dettaglio del taglio delle spese alla Difesa: “Matteo Renzi si tiene sul vago per evitare quei contraccolpi che potrebbero rallentare l’operazione. Ma i numeri dei risparmi sulle spese militari ci sono già. A partire dai contestati cacciabombardieri F35, per i quali il governo vuole dimezzare il piano ereditato dal passato: non più 12 ma 6 miliardi di euro da spendere nell’arco di 12 anni, non più 90 ma 45 aerei, con un risparmio previsto di mezzo miliardo l’anno. (…) Tra le idee c’è anche la dismissione e la vendita della portaerei Garibaldi, affiancata nel 2009 dalla più moderna Cavour e adesso a Taranto per lavori di ammodernamento. La Garibaldi, prima portaerei italiana ad entrare in servizio dopo il divieto imposto dai trattati di pace, ha da poco superato i 30 anni, venne varata quando presidente del consiglio era Amintore Fanfani. Un simbolo al quale la Marina non rinuncerebbe certo a cuor leggero. La vendita non servirebbe tanto a far cassa, anche se qualche offerta informale sarebbe già arrivata. Ma eliminerebbe le cosiddette ‘ridondanze operative’, cioè il sovrapporsi di mezzi che hanno funzione analoga, difficili da sostenere in tempo di spending review . Per la stessa ragione rischiano un taglio gli elicotteri per il soccorso in mare: una cinquantina di mezzi oggi divisi fra Marina militare, Guardia costiera e Vigili del fuoco. In tutto, il governo punta a risparmiare 1 miliardo e 100 milioni l’anno per i prossimi quindici anni. (…)”.