Salvare la vita a chi ha avuto una diagnosi di tumore al polmone, solo pochi anni fa sarebbe stato impossibile, oggi è più di una speranza. Lo dimostrano i risultati della molecola pembrolizumab che ha quadruplicato il tasso di sopravvivenza dei pazienti con cancro al polmone avanzato non a piccole cellule, rispetto al momento in cui non facevano l’immunoterapia.
Sono i dati dello studio ‘Keynote-001’, presentato oggi al congresso dell’Asco (American Society of Clinical Oncology) di Chicago. La ricerca ha dimostrato che la molecola «è sicura ed efficace e sostanzialmente ha portato nel complesso la sopravvivenza per carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule (aNSclc) al 23,2% nelle persone che non erano state precedentemente trattate con chemioterapia, in precedenza fermo al 5%.». «Stiamo assistendo ad una rivoluzione per le terapie contro il cancro al polmone. Lo studio conferma che ha senso optare per l’immunoterapia. Oggi assistiamo ad unaumento della sopravvivenza e lo vediamo tutti i giorni nei nostri ambulatori sempre più affollati», ha sottolineato Marina Garrasino, responsabile Oncologia toracica del dipartimento di Oncologia dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano.