L’amministrazione Trump ha un caso di rappresaglia commerciale pronto se vorrà alzare il suo “muro” sul libero scambio. E non contro la Cina, né contro il Messico: è, invece, nei confronti della Ue – e di conseguenza anche dell’Italia – sull’annosa disputa della carne americana agli ormoni. Il rappresentante commerciale dell’amministrazione, Robert Lighthizer, di fatto II plenipotenziario per l’interscambio, non è stato ancora formalmente confermato dal Congresso. Ma i preparativi per fargli trovare sulla scrivania dazi punitivi del 100% contro prodotti simbolo del Vecchio Continente – dai formaggi francesi agli italianissimi scooter Vespa – sono completate con l’accusa che la carne di manzo made in Usa viene tuttora discriminata in Europa rinnegando passati compromessi – una critica respinta dalla Ue – l’Ufficio dello Ustr ha ora in mano una vera lista nera di circa 90 prodotti di punta d’oltre Atlantico da colpire ai confini statunitensi. Manca solo la decisione finale. L’elenco discusso nelle ultime settimane, accanto a carni (prosciutti compresi) e con esclusione dei vini, rivela l’ampio ventaglio dei prodotti di fascia alta a rischio: dal Roquefort a paprika e senape, dal cioccolato alle castagne, dai tartufi ad acque minerali quali Perriere SanPellegrino, dai pomodori in scatola agli accessori per capelli. E motociclette di piccola cilindra ta, tra le quali appunto la Vespa di Piaggio, come produttori svedesi e austriaci.
Un elenco che non nomina singoli marchi, ma che toglie ogni dubbio con precise descrizioni delle vittime”. Rischia almeno Il 10% dell’export di italian food negli Usa. Complessivamente, la “partita” del Made in Italy vale, negli Usa, 36,9 miliardi di euro, in crescita del 2,6% rispetto ai 35,9 miliardi del 2015. Incredulità e preoccupazione: sono i due sentimenti che gli imprenditori italiani manifestano dopo la minaccia americana. «Siamo preoccupatissimi – esordisce Vittore Beretta, presidente dell’omonimo gruppo degli insaccati -. Abbiamo negli Stati Uniti due stabilimenti produttivi ma che non ci mettono al riparo dagli inasprimenti dei dazi. Le specialità italiane, dal Parma al San Daniele, dobbiamo produrle necessariamente nel nostro Paese: sono prodotti a Denominazione». Stupore pure da parte di Roberto Colaninno, presidente e amministratore di Piaggio, che in una intervista al Corriere della Sera dice: «Ma perché se la prendono con la Vespa, che cosa c’entra con la carne bovina?». «Una guerra commerciale? Non lo so. Di certo non è un bacetto».
Quale sarà ora la vostra reazione? «Che cosa dobbiamo fare? Non possiamo fare la guerra all’America. Speriamo che si sgonfi tutto. Comunque non sono sicuro che saremo toccati. Piaggio produce le Vespe anche in Vietnam. E non è ancora chiaro se questi nuovi dazi colpiranno il marchio e i codici che identificano i prodotti o il Paese che li produce. Perché se fosse una misura contro íl Paese, noi potremmo aggirarla facilmente vendendo in America le Vespe prodotte in Vietnam».