«Attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti», è questa l’ultima accusa della procura di Catania alle Ong. In due anni di indagini, non è saltata fuori alcuna traccia di contatti con i trafficanti di uomini, il procuratore Carmelo Zuccaro punta adesso tutto sullo smaltimento degli abiti dei migranti e dei kit utilizzati per le prime cure a bordo. Ed è scattato il sequestro per la nave Aquarius di Medici senza frontiere. Con una motivazione che fa discutere:
«Gli indumenti sono contaminati, dunque rifiuti pericolosi, venivano invece smaltiti come rifiuti solidi urbani o speciali non pericolosi». Msf reagisce: «Attacco inquietante e strumentale, i migranti non sono malati, ma sopravvissuti». Gianfranco De Maio, responsabile medico dell’Ong parla di «contestazioni ridicole, perché la tbc, la meningite, l’epatite non vengono trasmesse con i vestiti, che sono semmai pericolosi per i migranti, perché intrisi di combustibile che causa ustioni». La procura di Catania ha messo sotto accusa il comandante e il primo ufficiale dell’Aquarius; poi, il vice capo della missione Italia di Msf Belgio, Michele Tramiti; la vice coordinatrice nazionale addetta all’approvvigionamento, Cristina Lomi; e soprattutto, il loro agente marittimo, Francesco Gianino, di Augusta.
Per Gianluca Di Feo, su Repubblica, “difficile non pensare a un accanimento. Che nel rispetto della forma delle leggi e delle contestazioni previste dal codice, appare forzare la sostanza dei fatti, fino a ignorare la valutazione della gravità del reato che pur nell’obbligatorietà dell’azione penale viene affidata alla discrezionalità del giudice. Un traffico di rifiuti da 24 tonnellate farebbe ridere a crepapelle qualunque camorrista e qualunque di quei manager senza scrupoli che ultimamente hanno sostituito i boss nel business dei roghi. Difficile non pensare a un eccesso di mezzi investigativi, con l’abbondanza di intercettazioni disposte per individuare il disegno criminale dei rifiuti dell’Aquarius”