A soli due giorni dal giuramento di Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti, è arrivata l’attesa telefonata con il leader cinese Xi Jinping. Un colloquio che, se da un lato rientra nel cerimoniale di rito, dall’altro assume un’importanza cruciale alla luce dei precedenti strappi diplomatici: nel 2016, infatti, pochi giorni dopo la sua elezione, Trump aveva chiamato la presidente taiwanese Tsai Ing-wen, rompendo i protocolli con Pechino.
La posizione di Trump su TikTok e la sentenza della Corte Suprema
- Su Truth, il social di proprietà di Trump, l’ex presidente ha scritto che la conversazione è stata «buona» e che al centro ci sono stati commercio, fentanyl, TikTok e altri temi.
- La menzione di TikTok è significativa. Pochi minuti dopo la telefonata — intorno alle 9:30 del mattino a Washington — la Corte Suprema ha emesso la sua sentenza sulla piattaforma, respingendo il ricorso di ByteDance (proprietaria di TikTok) che sosteneva che la legge per obbligarne la vendita o la chiusura fosse in contrasto con il Primo Emendamento.
- Stando alla pronuncia della Corte, la legge, approvata dal Congresso e poi firmata dal presidente uscente Joe Biden, sarebbe «necessaria per affrontare le preoccupazioni di sicurezza nazionale» legate alle pratiche di raccolta dati dell’app e ai suoi rapporti con un «avversario straniero».
Possibili modifiche in arrivo
- Nonostante la sentenza, la legge che impone la cessione di TikTok o la chiusura della piattaforma entro domenica potrebbe subire modifiche da parte dell’amministrazione Trump.
- Un passaggio che conferma come la posizione della Casa Bianca su TikTok sia tutt’altro che cristallizzata, specialmente dopo che Trump ha rivisto le proprie posizioni in seguito a un incontro con il miliardario repubblicano Jeff Yass, investitore in ByteDance e tra i finanziatori di Truth Social.
Trump, Xi e un nuovo capitolo di relazioni
- La telefonata tra Trump e Xi è arrivata poche ore prima del giuramento di Trump, a cui — per la prima volta nella storia — prenderà parte un alto funzionario cinese: il vicepresidente Han Zheng.
- Il segnale è chiaro: Pechino intende mantenere aperto un canale di dialogo con la nuova amministrazione statunitense su temi cruciali come il commercio, la sicurezza e le piattaforme tecnologiche.
La posta in gioco
- Il futuro di TikTok negli Stati Uniti è ora una questione politica ai massimi livelli:
- Da un lato, c’è la volontà di arginare i potenziali rischi per la sicurezza nazionale.
- Dall’altro, c’è la necessità di evitare tensioni con Pechino, specialmente in un momento di cambiamenti politici e di transizione presidenziale.
Con la deadline di domenica che incombe sulla vendita di TikTok, e la Corte Suprema che ha sancito la legittimità del provvedimento varato dal Congresso, la soluzione definitiva dipenderà dalle mosse che la nuova amministrazione Trump deciderà di intraprendere nei suoi primi giorni alla Casa Bianca.