Il Governo ha tempo fino al 10 gennaio per impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale campana che consentirebbe al governatore Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato, aggirando il limite dei due mandati previsto dalla legge nazionale del 2004. La norma, approvata lo scorso novembre, calcola i due mandati consecutivi a partire da quello in corso, aprendo la strada a una nuova candidatura del presidente campano nella primavera 2025.
Il Consiglio dei Ministri, inizialmente previsto per oggi, potrebbe slittare a domani, 8 gennaio, alla vigilia della conferenza stampa di fine anno della premier Giorgia Meloni. Intanto, il testo dell’impugnativa, elaborato dai ministeri delle Riforme e degli Affari Regionali, è pronto. Tuttavia, la questione divide la maggioranza: la Lega, guidata dal vicepremier Matteo Salvini, preme per garantire la possibilità di un terzo mandato anche a governatori come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. La posizione dei leghisti potrebbe portare a un non voto sul provvedimento in Consiglio dei Ministri.
Sul piano giuridico, il governo intende contestare la legge campana sostenendo che la normativa nazionale del 2004 sia chiara e autoapplicativa, escludendo quindi interventi regionali in materia. Politicamente, il tema è delicato: uno stop della Consulta a De Luca potrebbe rappresentare un precedente anche per i governatori del Nord che aspirano al terzo mandato. Non si escludono possibili contropartite, come lo slittamento delle elezioni regionali al 2026, una soluzione che permetterebbe a Zaia di presiedere le Olimpiadi invernali.
In questo contesto, De Luca potrebbe adottare una mossa estrema: dimettersi subito per anticipare la rielezione, seppur condizionata dal giudizio della Corte. Resta da vedere come il governo, e la stessa premier Meloni, gestiranno una questione che intreccia giurisprudenza e politica in un complesso equilibrio.