Continuano le scosse nel Catanese, in Sicilia, a seguito dell’attività dell’Etna, ripresa lo scorso 24 dicembre. L’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha registrato nella notte una decina di scosse con magnitudo pari o superiore a 2. La più forte è stata nella zona di Adrano, di magnitudo 2.7 alle 7.15 del mattino, a una profondità di 4,4 chilometri. Nella notte tra Natale e Santo Stefano, alle ore 3,19, una scossa di magnitudo 4.8 ha scosso la provincia di Catania con epicentro tra i Comuni di Viagrande, Trecastagni e Aci Bonnacorsi provocando il crollo di vecchi edifici, danni e feriti lievi. Molti degli sfollati hanno trascorso la notte in alcuni alberghi della zona, in palestre e centri attrezzati.
“La situazione feriti è tranquilla, non abbiamo feriti gravi. Dieci sono stati portati in ospedale, 18 si sono recati con i propri mezzi nelle strutture ospedaliere, poi c’è un ultra 80enne che ha avuto la sindrome di schiacciamento – ha spiegato Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile intervenendo a ‘Radio anch’io’ su RadioUno – Abbiamo avuto 1.600 richieste di sopralluoghi da parte della popolazione. Questa notte abbiamo ospitato circa 370 persone, 323 negli alberghi 45 nelle palestre e 37 in una struttura per anziani”. Polemiche per la mancata allerta? “L’allerta c’era ed era stata alzata: da settembre c’era l’allerta gialla. Dal 24 abbiamo registrato un aumento della sisimicità – ha continuato Borrelli – La scossa delle 3.19 è stata isolata rispetto a quello che era il trend. Poi naturalmente i terremoti non si possono prevedere”.